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Redazionale


di AMMEGA.IT S.r.l.
20/06/2008 - BENI CULTURALI ON AIR
B.C.o.A.
AMMEGA.IT S.r.l.
Analisi e Due Diligence Tecnologica
Prof. Franco Prampolini
Università Mediterranea di Reggio Calabria
Scopo del Documento
Scopo del presente documento è la valutazione delle criticità legate al progetto Beni Culturali On Line (BCOA) nell’ambito dello Studio di Fattibilità redatto dalla Società AMMEGA Srl., nonché la valutazione del quadro tecnologico connesso.
Gli obiettivi della presente analisi sono i seguenti:
1. Comprendere lo stato attuale di sviluppo delle tecnologie applicate in azienda, includendo i sistemi HW e SW, la complessiva automazione delle procedure, I livelli di sicurezza applicati, e, più in generale, il modo in cui il livello di applicazione delle tecnologie in azienda interagisce a livello organizzativo;
2. Identificare le problematiche aziendali nel mantenimento degli attuali livelli di implementazione tecnologica e l’impatto delle innovazioni indotte dal progetto;
3. Valutare le implicazioni finanziarie collegate alle tecnologie coinvolte;
4. Riconoscere le opportunità di potenziamento tecnologico insite nel progetto;
5. Identificare le azioni immediatamente applicabili per facilitare l’integrazione delle novità indotte dal progetto a livello aziendale.
Gli obiettivi saranno raggiunti tramite analisi dello stato dell’arte delle tecnologie connesse e audit in azienda, in particolar coinvolgendo il management.
Sezione 1
Highlight progettuali
Definizione degli obiettivi generali e specifici
Il progetto Beni Culturali on Line BCOA intende verificare la possibilità di creare un modello innovativo di offerta aziendale del prodotto tipicamente ICT per consentire alla stessa azienda: l’apertura di un canale di mercato nuovo, a livello nazionale, rappresentato dalle istituzioni museali, dai parchi archeologici e dalle istituzioni scolastiche e culturali; la possibilità di verificare l’ampiezza e la profondità innovativa del coniugare la tecnologia Internet e le forme di rappresentazione delle conoscenza finalizzata alla didattica ed all’apprendimento; la possibilità di aggregare competenze nuove assumibili nel modello distrettuale calabrese per operare in forma cooperativa e condivisa per garantire all’azienda un processo auto generativo di innovazione continua attraverso la sperimentazione diretta nell’ambito distrettuale.
In particolare si possono individuare a livello macro i seguenti obiettivi generali e specifici da valutare nell’ambito dello studio:
Generali
• Il primo obiettivo è relativo alla definizione dello scenario di contesto relativo alle tecnologie applicate al campo della didattica per individuare un percorso adattabile all’azienda per consentire la ideazione e la produzione di contenuti veicolabili attraverso la piattaforma Internet.
• Il secondo obiettivo è relativo alla definizione degli strumenti e delle metodiche per la produzione nei ai processi di apprendimento/cognizione e per la definizione dei contenuti.
Specifici
• Analizzare e verificare in relazione al modello di trasmissione/comunicazione su base Internet un insieme di contesti/beni culturali con il contributo dei diversi sistemi interpretativi utilizzati nelle diverse discipline coinvolte nella ricerca;
• Evidenziare le dinamiche sociologiche che assegnano al bene culturale la conservazione-diffusione delle più significative conoscenze della collettività in ambito didattico;
• Disegnare un compiuto processo di valorizzazione delle conoscenze conservate-diffuse dai beni culturali;
• Rafforzare la funzione di analisi, progettazione e modellazione dei processi di conoscenza sul patrimonio culturale finalizzati alla creazione, elaborazione e diffusione di percorsi di apprendimento di contenuto innovativo mediante l’applicazione di prodotti/processi su base Internet.
Risultati attesi
In termini di individuazione e quantificazione dei risultati attesi, ipotizzabili in termini macro, si possono determinare a livello di prodotto/servizio:
• Inquadramento dello scenario della domanda e segmentazione delle esigenze dei potenziali richiedenti.
• Verifica della applicabilità della metodologia attuale ai risultati del punto 1 ed individuazione delle divergenze applicative.
• Configurazione di un primo modello applicativo.
• Definizione di un procedimento di sperimentazione e di applicazione.
Il sistema sarà in grado di ospitare anche passaggi pubblicitari, strutturati in specifiche applicazioni verticali secondo le più aggiornate tecniche del WEB_AD.
Sezione 2
Tecnologie e normative connesse
Le tecnologie di riferimento sono riconducibili ad alcune grandi famiglie di applicativi e ambienti di sviluppo e ne colgono complessivamente i vantaggi senza legarsi espressamente in modo completo ed esclusivo ad alcuna di esse.
1 - La “WEB Radio” o “Radio on Line”
Web radio o radio on line è il termine che designa emittenti radiofoniche che trasmettono in forma digitale il proprio palinsesto attraverso Internet, sulla rete telematica, risultando accessibili dai personal computer che vi sono collegati.
In alcuni casi si tratta di radio tradizionali, ricevibili via etere in FM, che ampliano il proprio raggio di ascolto ripetendo le trasmissioni in linea; in altri casi si tratta di emittenti, amatoriali o meno, che mettono a disposizioni i propri programmi esclusivamente per una fruizione su Internet. L'audio delle trasmissioni viene inviato sotto forma di flusso dati audio compresso che viene definito streaming e che deve essere temporaneamente decodificato sul computer ricevente da un'apposita applicazione, solitamente un lettore multimediale.
Per prima, tra gli altri media, la radio si è staccata dall'involucro che la definiva e si sta trasformando in comunicazione pura, senza supporti. La radio si ascolterà sempre di più senza aver bisogno di possedere un apparecchio radiofonico, la new radio muta oltre ai linguaggi le modalità di fruizione, di trasmissione, di rilevamento dei dati di ascolto.
L' Internet ha forse salvato la radio dall'estinzione, ma ha estinto ogni iconografia radiofonica. Web radio sono definite per convenzione tutte le radio che trasmettono unicamente per il web un programma in streaming.
Anche se non è possibile attribuire una data precisa alla nascita della prima web radio, si può facilmente collocare l’inizio del fenomeno con la possibilità per gli utenti della rete di poter usufruire della prima release del software RealAudio che Rob Glaser realizzò nell’ aprile del 1995.
Sul numero delle web radio presenti in rete è difficile dare cifre esatte, soprattutto considerata la facilità con cui queste aprono e chiudono un ciclo di trasmissioni. Una fonte attendibile come il MIT quattro anni fa calcolò 27.000 web radio stabilmente funzionanti in Internet, a tutt’oggi con qualche dovrebbero essere per lo meno quadruplicate.
Solitamente il carattere di massima economicità nella realizzazione di una web radio può permettere a chi la pensa e la realizza di fornire una programmazione altamente specializzata per un pubblico di estrema nicchia.
La web radio americana Live365.com ha rappresentato l’estremizzazione di tale concetto, fornendo a chiunque la possibilità di trasmettere con una propria stazione individuale anche se per paradosso il titolare della radio ne è anche l’unico utente. Il fascino sottilmente paradossale della tecnologia a basso livello nella web radio raggiunge il suo grado zero. Questa non ha i riferimenti simbolico-liturgici che segnano ogni celebrazione dei fasti radiofonici, non può essere ad esempio simboleggiata dal microfono d’antan che richiama per antonomasia l’idea della radio tradizionale, ne tanto meno possiede un suo oggetto hardware che ne delimiti il messaggio in una struttura solida come alcune radio-simbolo di particolari controculture legate a generi musicali.
Contenuto e contenitore combaciano ed hanno lo stesso livello di immaterialità.
La web radio è il player attraverso il quale si può ascoltare, è il suo suono, è la comunità nomade che si raccoglie attorno alla sua voce. Da un altro punto di vista la web radio anima uno strumento di lavoro come il computer e ne svela un uso improprio, ne estrae l’essenza sconosciuta, fa palpitare plastica e silicio e crea un sottofondo fascinoso al ticchettio dei tasti di chi lavora.
La web radio si ascolta quasi unicamente seduti davanti a una tastiera, in questo rinnega uno degli specifici più declamati della vecchia radio che poteva essere ascoltata ovunque e facendo qualunque altra cosa. La web radio nasce per fornire un tappeto sonoro all’uomo collegato a una macchina, o se vogliamo è la voce della macchina che vuol sedurre l’uomo perché resti più tempo possibile ad accarezzarla.
Per creare una web radio basta avere a disposizione un buon PC, una normale scheda audio, qualche centinaio di file MP3, scaricare e installare il poco software necessario gratuitamente reperibile, dotarsi di un microfono e una cuffietta. Il tutto in pochissimo tempo e praticamente senza nessuna spesa.
Per le radio già affermate, ovviamente, l’on-line rappresenta un buon canale per la diffusione dei programmi da affiancare all’etere.
A prima vista i due mezzi si presentano con delle caratteristiche per certi versi antitetiche. La differenza fondamentale riguarda in primo luogo il grado di copertura dell’utenza, cioè il numero di utilizzatori e fruitori, indubbiamente (almeno in questa fase) molto maggiore per la radio tradizionale. Ma questo, fortunatamente, vale solo su scala geograficamente limitata. Estendendo il discorso su scala planetaria, la presenza in rete assicura un allargamento della possibile fascia d’utenza che, teoricamente, si estende a tutto il mondo connesso. Così, un programma radiofonico in lingua italiana, grazie ad Internet, può facilmente riuscire a superare i limiti geografici ed essere ascoltato (con i soliti limiti della comprensione della lingua) da utenti sparsi praticamente in tutto il mondo .
Per contro è fondamentale tenere sotto controllo il problema dei diritti di autore, nell’ipotesi che una WEB Radio non possa comunque astenersi dal trasmettere anche contenuti musicali.
Per regolarizzare l’attività di webcasting (simile a quella delle tradizionali emittenti radiofoniche, per la presenza di un palinsesto e l’assenza di interattività) è necessario sottoscrivere la specifica Autorizzazione della SIAE, che prevede tariffe diversificate in relazione alla quantità di musica presente all’interno del palinsesto della web radio e a criteri soggettivi del soggetto titolare del sito.
La diffusione in simultanea attraverso le reti telematiche di programmi radiofonici (simulcasting) effettuata da imprese, che già svolgono l’attività di diffusione via etere, via cavo o via satellite, e per questo sono già in possesso di una specifica autorizzazione della SIAE, è disciplinata attraverso l’estensione degli accordi in materia di diffusione radiofonica e televisiva, da richiedere al-la Sezione Musica Emittenza della SIAE.
L’Autorizzazione prevede distinte tariffe per le seguenti categorie:
- web radio commerciali: sono tali quelle che danno luogo a introiti diretti o indiretti attraverso il sito o sono inserite in siti che promuovono attività commerciali o professionali, servizi, prodotti.
- web radio istituzionali o di organismi pubblici: sono tali se appartenenti a fondazioni, onlus, istituzioni, enti locali e non generano in capo ad essi alcun vantaggio commerciale diretto o indiretto.
- web radio personali: sono tali le web radio presenti su siti di persone fisiche, privi di introiti e di finalità commerciali, anche indirette.
L’Autorizzazione non consente al sito di offrire:
- l’ascolto a scelta dell’utente di singole opere o frammenti di opere;
- la possibilità per l’utente di richiedere l’ascolto di una selezione di opere (cd playlist);
- la possibilità per l’utente di ricevere programmazioni personalizzate (cd radio customizzate);
- il downloading delle opere musicali.
Questo implica che la radio deve essere come quelle normali nell’etere, ovvero non ci deve essere possibilità di scelta. Questo trasmetto e questo devi ascoltare. Se si vuole fare una radio personalizzabile, le licenze sono altre.
Con le limitazioni sopra enunciate, è concesso di:
1. Riprodurre all’interno di una banca dati (cd uploading) i file contenenti le opere del repertorio musicale tutelato dalla SIAE (art.13 L.d.A.);
2. Comunicare al pubblico tali opere musicali attraverso le reti telematiche e/o di telecomunicazione, mettendole gratuitamente a disposizione in maniera che ciascuno possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelti individualmente (art.16 L.d.A.).
Il report analitico delle opere utilizzate deve essere inviato a report.multimedia@siae.it entro il 31 gennaio dell’anno successivo. Sulla base del titolo delle opere segnalate in tale documento la SIAE effettuerà la ripartizione degli importi incassati.
Vale poi la pena di evidenziare le condizioni particolari applicate nel caso in cui siano prevedibi-li introiti diversi (tipicamente pubblicitari) dall’attività, ovviamente non soltanto di diffusione musicale, riportando il secondo comma dell’art. 4 della Convenzione SIAE.
2 - Servizi di Audio e Video Streaming
Lo streaming è una tecnologia che consente di visualizzare file audio e video su Internet nel momento stesso in cui i dati vengono trasferiti. Con questa tecnologia quindi, non solo audio e video raggiungono un elevatissimo livello di compressione, ma soprattutto è possibile vedere e sentire già mentre il file viene scaricato. Compressione ed esecuzione al momento del download contribuiscono a ridurre significativamente i tempi di attesa. Grazie all'utilizzo della larga banda, la qualità audio/video diventa finalmente di ottima qualità in differita, streaming di eventi live e streaming on demand.
La trasmissione può avvenire col modello Unicast o con quello Multicast, caratterizzato da una minor necessità di disponibilità di banda passante. La tecnologia IP Multicast presenta un'avanzata modalità di trasmissione di dati che riproduce su Internet il modello di broadcasting utilizzato nelle trasmissioni radiofoniche e televisive.
La tecnologia IP Multicast prevede la trasmissione di una sola copia di ciascun pacchetto IP ad un gruppo di client identificato da un singolo indirizzo IP di destinazione, anziché inviarne diverse copie a ciascun client (Unicast).
Il principale vantaggio della tecnologia IP Multicast consiste nel trasmettere i dati sulla rete in modo più efficiente abbassando i costi di trasmissione di servizi audio e video: si riducono infatti gli investimenti necessari per l'infrastruttura hardware e le necessità di banda non devono crescere in misura direttamente proporzionale al numero degli utenti collegati.
Le aree di applicazione dei servizi di Streaming sono, tipicamente:
- Marketing e pubblicità
- Comunicazione corporate interna o esterna
- Formazione
- Entertainment
- Customer Service
Vantaggi:
- disponibilità delle ultime tecnologie HW e SW nel campo della diffusione audio con investimenti ridotti: le tecnologie, in particolare dalla parte client, sono tradizionalmente gratuite;
- gestione in in-house o in outsourcing di recording, trasmissione e streaming;
- consulenza ed assistenza professionale durante l'evento;
- costi variabili contenuti e legati al numero di stream contemporanei prescelti;
- possibilità di erogare servizi di Video on Demand, Pay per Use;
- possibile tariffazione a canone o a tempo.
3 - Tecnologie WIRELESS
Si tratta di un’insieme di tecniche e metodiche applicate ai più diversi ambiti: dal mouse cordless alle WAN satellitari. Di particolare interesse per il progetto risultano le applicazioni legate ai sistemi di comunicazione mobili (cellulari, PMD, PDA, ecc.).
Le principali tecnologie connesse sono, allo stato attuale, le seguenti:
• Global System for Mobile Communication (GSM)
• General Packet Radio Service (GPRS)
• Enhanced Data GSM Environment (EDGE)
• Universal Mobile Telecommunications System (UMTS)
• Wireless Application Protocol (WAP)
• i-Mode
Le prospettive di maggior interesse riguardano le future applicazioni in ambito WiMax che potranno estendere la copertura delle grandi reti wireless praticamente alla totalità del territorio, di contenere i costi di gestione e quindi i costi per gli utenti finali e di estendere praticamente alla generalità degli utenti la disponibilità della larga banda.
Il WEB 2.0
La WEB Radio è sicuramente una delle applicazioni antesignane dell’evoluzione dell’Internet verso l’interattività nel senso più ampio. È stata al centro di una delle più grandi battaglie legali dell’ultimo periodo in materia di tutela dei diritti di autore, in particolare nelle applicazioni peer-to-peer
Internet non si può più considerare una semplice "rete di reti", né un agglomerato di siti Web isolati e indipendenti tra loro, bensì la summa delle capacità tecnologiche raggiunte dall’uomo nell’ambito della diffusione dell’informazione e della condivisione del sapere.
Queste le considerazioni alla base del cosiddetto Web 2.0 che, lungi dal rappresentare il culmine dell’evoluzione del mondo Internet negli ultimi dieci anni, è un punto di partenza per nuove metodologie e applicazioni software, all'insegna della condivisione e della collaborazione tra esseri umani.
E' un nuovo modo di intendere la Rete, che pone al centro i contenuti, le informazioni, l'interazione.
Si parla di Internet e non di Web, anche se spesso sono considerati sinonimi, dal momento che oltre ai computer fanno parte della rete globale altre periferiche quali il cellulare, la televisione, la radio, che possono interagire tra loro utilizzando le nuove tecnologie di condivisione del dato digitale.
Il concetto di Web 2.0 pone l’accento sulle capacità di condivisione dei dati tra le diverse piattaforme tecnologiche, sia hardware che software.
Ci limitiamo in questa sede a riportare una definizione sotto il profilo tecnologico di Web 2.0 (fonte Wikipedia) e ad articolare questi “principi” di indiscussa discontinuità rispetto al primo Web di solo accesso informativo. La definizione: “con Web 2.0 ci si riferisce alla transizione dei siti Web da silos informativi isolati, a sorgenti di contenuto e funzionalità, capaci di fungere in tal modo da piattaforma elaborativa al servizio delle applicazioni Web per l’utente finale”. Ed ecco i “principi di discontinuità”:
- l’affermarsi di una Web oriented Architecture (Woa), sorella minore della Soa (Service o-riented architecture);
- la sindacabilità dei contenuti;
- la componibilità Web-centrica (Mashability) dei contenuti sulla base di un nuovo paradigma di interoperabilità fra Web (il Representational State Trasfer o Rest);
- la capacità di applicazioni “ricche” in Internet (Reach Internet Applications - Ria), che finora era confinata all’architettura client-server pre-browser;
- l’affermarsi di capacità sia pure solo “pragmaticamente” semantiche nel Web, sulla base Mi-croformati e “folksonomie” (categorizzazioni collaborative di informazioni mediante l’utilizzo di parole chiave scelte liberamente);
- un disegno delle applicazioni Web data driven, con grande valore di flessibilità;
- la capacità di costruire applicazioni su esempi (build by example).
È ormai sentire comune la considerazione che ad un’azienda capace di sfruttare tutto il potenziale di Web 2.0 si schiude uno scenario di elevati benefici di business. Innanzitutto “l’ecosistema aperto” dei processi, esternalizzabili a terze parti (pensiamo alle offerte “da web a business” di Software come service secondo una modalità di Web 2.0), o partecipabili dall’utente abilitato dalla piattaforma Web 2.0 a contestualizzare contenuti e servizi (per la preziosa Differenziazione Basata sull’Esperienza).
Nello specifico, si possono inoltre immaginare modelli di processi innovativi: nel marketing, possibilità di sindacare capacità e contenuti; notifiche automatiche nelle attività di marketing; sviluppo di prodotti/servizi per comunità di clienti. Nei servizi, il business del remix (composizione applicativa su piattaforma Web 2.0, in architettura Woa); e di nuovo servizi a una comunità oltre che al cliente individuale.
Ma l’impatto maggiore è l’apertura a nuovi modelli di creazione del valore. Con Web 2.0, il basso punto d’entrata per competere sulla composizione applicativa e l’apertura alla partecipazione, crea un’ “economia di coda lunga” che favorisce l’ingresso di piccole aziende con prodotti meno cari che costringono i pochi vendor dominanti a calare i prezzi, anche finendo con l’alzare un poco i propri: l’effetto complessivo sposta il peso del mercato su un maggior numero di prodotti e servizi più granulari, e riduce il numero di clienti “catturati” da un solo vendor. Rispetto al canale di fatturato tradizionale (primo Web incluso), si ritiene in generale che Web 2.0 consenta un allargamento del ventaglio dei ritorni, sfruttando, oltre alla produzione di contenuto “in coda lunga”, il business di aggregare l’accesso “ovunque e in qualsiasi momento” attraverso piattaforme multiple (e in economia di scala), nonché il finanziamento derivante dalla pubblicità mirata a gruppi di interesse. E diventa più mirata ed efficace la gestione del cliente seguito su base paritetica nell’ambito della sua comunità d’interesse, attraverso tutte le fasi in cui l’ecosistema di business lo percepisce: dalla consapevolezza, alla preferenza, alla forma di azione intrapresa, alla lealtà.
LE APPLICAZIONI VERTICALI E I FATTORI DI COMPETITIVITÀ
Per quanto riguarda le applicazioni risultano particolarmente importanti le valutazioni relative alle prospettive dei servizi a valore aggiunto nel campo pubblicitario e le potenzialità del “web advertising”, più o meno interattivo.
Fondamentale per l’analisi generale è il riferimento all’ottavo rapporto IAB (Interactive Advertising Boureau) del luglio 2007.
Il dato fondamentale di cui tener conto è il mutato atteggiamento degli utenti verso la pubblicità interattiva. La pubblicità on-line è percepita come creativa ed innovativa da più di 3 navigatori italiani e inglesi su 5 (un po’ meno in Germania e Spagna, ma il trend è il medesimo) e la stessa percentuale di internauti valuta che la pubblicità on-line aiuta a prendere decisioni migliori in materia di acquisti.
In conclusione, se una migliore percezione pubblicitaria non è garanzia di una reazione immediatamente positiva in termini di comportamento nei confronti della pubblicità e del marketing on-line, tuttavia sembra poter contribuire in modo essenziale. Questo consente, quindi, di fare previsioni positive riguardo allo sviluppo del mercato della pubblicità on-line in Italia.
La pubblicità interattiva è quella forma di comunicazione commerciale multimediale che richiede da parte dell’utente una reazione attraverso il telecomando, il cellulare, internet, il touch screen, ecc. La pubblicità come stimolo all’azione, gli anglosassoni la chiamano direct response TV o Radio (DRTV - DRR). Lo schema seguente ne illustra la struttura funzionale.
Esistevano già spot che invitavano ad interagire via telefono o web. Ora avviene tutto all’interno dello stesso media.
Anche la cosiddetta “Pubblicità Virale” ha superato ampiamente la soglia dell’accettabilità.
Internet, infatti, ha progressivamente “svegliato” la gente che, da sempre, ha avuto una relazione di tipo passivo, di dipendenza, con i mezzi: mentre nella fruizione del medium classico si è abituati a fruire “ricette” proposte (che fondono i singoli ingredienti informativi e offre la sua proposta), con internet si impara progressivamente a comandare, a decidere che cosa fare, che cosa guardare, dove andare.
Crescendo la relazione con internet, cresce la confidenza, aumenta l’interattività, e cresce la consapevolezza del fatto che “il media sono io”, “sono io che compongo la ricetta”. Due le conseguenze, per internet e per tutti gli altri mezzi.
Innanzitutto, aumenta la capacità critica, di giudicare ogni proposta: si deve puntare quindi all’eccellenza, pena la perdita di fedeltà e, quindi, di valore. In secondo luogo cambia il rapporto: meno mediazione (passività) e più partecipazione alla creazione di contenuti (forum, blog, siti); si passa da una comunicazione verticale a una orizzontale (confronto diretto, contatto con l’esperienza di altri, assenza di filtri, fra l’altro con maggiore credibilità). In sintesi, l’individuo da spettatore, diventa sempre più attore o regista degli eventi mediali. Con la rete questi cambiamenti hanno avuto l’opportunità di manifestarsi in modo prepotente e di radicarsi sempre più nel tessuto sociale, ma si innestano in realtà su dinamiche storiche di lungo periodo che vanno oltre internet.
Una particolare attenzione deve essere rivolta alla gestione on line anche dell’apparato pubblici-tario tradizionale.
Più specificamente, è interessante esaminare il trend della pubblicità e mercato italiano, così come esce dalla ricerca “Il futuro della pubblicità”, condotta dall'UPA (Utenti Pubblicità Associati).
La grande maggioranza (85%) dei 130 intervistati nell'ambito della Ricerca dell'UPA ritiene che “…siamo nel pieno di una concitata fase di cambiamento epocale, che determina da un lato curiosità e progettualità e dall'altro ansia, attesa e incertezza”.
Un cambiamento che, secondo l’UPA, è dettato dalla rivoluzione tecnologica in via di rapida diffusione, dai cambiamenti demo-culturali e dalle caratteristiche che sta assumendo il nuovo consumatore. Ne derivano diverse macro-tendenze, che oscillano dalla persistente percezione di un calo di redditività della pubblicità alla ricerca di alternative di investimento fino alla sperimentazione di forme pubblicitarie non convenzionali e a comunicazioni più decisamente selettive.
Si registra un rallentamento degli investimenti, motivato dal ritardo nell'offerta nel rispondere ai mutamenti in atto e al parziale ridimensionamento dei mezzi classici, con i quotidiani che registrano una crescita modesta (+2,3% nel 2006, +2,4% nel 2007 e +1,9% nel 2008), i periodici che rallentano (+4,4% nel 2006 seguito da +2,7% nel 2007 e +2,9% nel 2008) e la stampa tecnica e professionale indebolita (crescita zero nel 2006 seguita da +0,6% nel 2007 e +0,6% nel 2008).
Non va meglio per la televisione, per quanto riguarda gli investimenti pubblicitari, UPA ritiene che sia iniziato un “…calo di lungo periodo, rappresentato da un aumento dell'1,7% nel 2006, dell'1% nel 2007, e dell'1,9% nel 2008” . L'associazione prevede per i quotidiani una “crescita modesta” (+2,3% nel 2006, +2,4% nel 2007, +1,9% nel 2008), una “crescita in rallentamento” per i periodici (+4,4% nel 2006, +2,7% nel 2007, +2,9% nel 2008).
Meglio farà la radio, con la previsione di “un'ottima crescita”, rappresentata da un aumento degli investimenti del 2,2% nel 2006, +2,8% nel 2007, +3,1% nel 2008).
Parla infine di “boom trionfale” la ricerca per quanto riguarda il settore internet: nel 2006 il tasso di crescita è stato del 48,1%, mentre per il 2007 e il 2008 l 'aumento è stimato rispettivamente nel 35,1% e 30,2%.
Si può considerare, a livello di esempio, il grande consenso di pubblico ottenuto nel corso del 2007, in soli sei mesi, da RadioPMI di Microsoft Italia: sono oltre i 40.000 i download dei file audio dal sito Microsoft PMI e oltre 500.000 le esposizioni del box RadioPMI su siti esterni.
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