Imprese al museo
Imprese al museo
di Daniela Pellicanò

18/06/2008 - Da anni si auspica che Reggio Calabria diventi una città turistica. Intento che molte amministrazioni hanno cercato o cercano di attuare. Tralasciando i risultati ottenuti è bene focalizzare l’attenzione sulla X Settimana della Cultura, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che quest’anno si svolgerà dal 25 al 31 marzo. È l’occasione offerta dal Ministero per visitare gratuitamente musei, monumenti, siti archeologici e assistere a concerti, spettacoli e così via.
Ma Reggio Calabria farà di più. Il Museo Nazionale della Magna Grecia ospiterà le aziende e i progetti da loro concepiti per valorizzare i beni culturali esistenti.
Questa è la novità che la città, attraverso la disponibilità del Museo, saprà offrire: visionare gli studi e i progetti nati dalla collaborazione tra l’Università Mediterranea, il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Reggio Calabria (Consorzio ASI) e le aziende private.
Tutto è cominciato grazie all’ideazione, da parte del Consorzio, del progetto Reghion Sprintech (Misura 3.16.a2 del POR Calabria 2000-2006). Obiettivo: favorire la collaborazione tra imprese e sistema universitario. Il settore dei beni culturali ha registrato il maggior numero di proposte progettuali: sei aziende, di cui due extraregionali e otto iniziative approvate e finanziate.
Finalmente il Museo si svecchia, si apre al territorio e offre attraverso le idee innovative delle aziende la possibilità concreta di considerare il bene culturale un patrimonio vantaggioso. Questa settimana dunque segna una novità importante perché dimostra l’esistenza di vivacità intellettuale e capacità imprenditoriale orientata all’innovazione. Mettendo insieme nuove idee, la voglia di realizzarle e la disponibilità di un Consorzio, che fa da supporto al territorio attraverso il ruolo di mediatore tra sistema delle imprese, mercato e sistema universitario, si concretizza l’opportunità di sviluppo del tessuto imprenditoriale e al tempo stesso la possibilità di incrementare l’offerta turistica.
Le imprese e i progetti
TrivioquadrivioLab (Milano) presenta “Impresa, Cognizione, Cultura” ovvero come si comunica un bene culturale. La parola chiave è ri-creazione. Si sa che qualsiasi opera è il risultato di un atto creativo compiuto dall’autore e destinato a un fruitore. Quest’ultimo può essere messo nelle condizioni di ri-creare il valore dell’opera, divenirne co-autore, se solo è messo nelle condizioni di riconoscere il processo creativo che ha condotto alla produzione dell’opera.
“La città incantata” e “Gioco o son desto? sono i progetti di Albatros (Roma) che ha scelto come oggetto di studio il comune di Bova. Il primo prevede l’applicazione del knowledge management nel settore dei beni culturali e il secondo si sofferma sulla funzione del gioco nel processo di apprendimento che sottostà al rapporto tra soggetto e bene culturale.
L’impresa Giuseppe Marino (Reggio Calabria) presenta Nemo ovvero la conoscenza del patrimonio culturale sommerso della Calabria e la conseguente promozione di una attività produttiva imprenditoriale che possa coniugare l’informazione sui beni archeologici subacquei con le politiche di promozione del territorio della regione. A questo progetto la Tholos Group (Reggio Calabria) affianca T.I.P.I., uno studio di fattibilità per l’applicazione di tecnologie innovative per il trasferimento dei saperi colti, in altri termini la costituzione di una rete di itinerari-musei sommersi e la creazione dell’Accademia per la conservazione e il restauro dei beni sommersi.
Rhegion maps è il progetto di Kaleidon (Reggio Calabria) che prevede la creazione di una mappa cognitiva necessaria per visualizzare, comprendere ed esplorare i beni culturali dislocati sul territorio.
Ammega.it (Reggio Calabria) presenta “Innovazione nella comunicazione dei beni culturali”e “Beni culturali on line”. Il primo progetto prevede di comunicare i beni culturali utilizzando strumenti multimediali innovativi basati sulla tecnologia di trasmissione audio, video e testo denominata Streamy. Il secondo, infine, parte dallo studio sulla percezione attuale dei beni culturali da parte degli utenti e propone l’uso, per la comunicazione del bene culturale, delle tecniche e delle discipline utilizzate dalla pubblicità attraverso la radio, perché considera la voce lo strumento eccellente ancora capace di creare intrecci relazionali.
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