Tutta la Piana di Gioia dice NO
Tutta la Piana di Gioia dice NO
di Redazione

18/12/2007 - NO al raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro e SI alla manifestazione di protesta indetta nella Piana per il prossimo 22 dicembre. Queste le parole conclusive della mozione dell’VIII Congresso Nazionale di Legambiente che si è tenuto a Roma nell’ultimo fine settimana.
Tra i firmatari: Nuccio Barillà, calabrese nella Direzione Nazionale; tutto il vertice regionale dell’Associazione del “cigno verde”, dal presidente Nino Morabito al direttore Franco Falcone, alla responsabile del Comitato tecnico-scientifico regionale Lidia Liotta e dai delegati anche di altre regioni d’Italia. Numerosi membri della Segreteria Nazionale tra cui il presidente del Comitato tecnico-scientifico Stefano Diafani, Maurizio Gubbiotti, Nunzio Cirino Groccia e Michele Bonomo. Così, l’ VIII Congresso Nazionale di Legambiente ribadisce:
Il proprio NO netto e determinato al raddoppio del termovalorizzatore.
L’adesione con una propria autonoma impostazione alla manifestazione di protesta indetta per il 22 dicembre prossimo a Gioia Tauro in coincidenza con l’anniversario del referendum popolare che nel 1985 permise di scacciare il pericolo della realizzazione nella Piana della megacentrale a carbone.
Perché la Piana di Gioia Tauro è un luogo di straordinarie risorse di carattere paesaggistico-ambientali da difendere e valorizzare.
Perché le sue risorse si sviluppano attorno ad uno dei porti più importanti del Mediterraneo che ha grandi possibilità di sviluppo.
E soprattutto perché in quell’area è già prevista l’ubicazione di un rigassificatore, di due centrali elettriche a metano ed è già in funzione un megadepuratore consortile oltre ad altri impianti minori. E l’aggiunta di un nuovo termovalorizzatore aumenterebbe fino all’insostenibilità la pressione ambientale e sanitaria sul territorio e sui cittadini.
Del resto, a dire NO non è stata solo Legambiente ma anche i 33 Sindaci della Piana, le organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL, le associazioni ambientaliste e culturali e migliaia di cittadini che hanno sottoscritto una petizione popolare.
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