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Redazionale


di Maura Mollo
18/12/2007 - Dopo la Carta dei Diritti arriva la Carta per l’uguaglianza e le parità tra uomo e donna. Un pezzo di carta sottoscritto volontariamente da vari paesi e regioni per dire che il mondo femminile non deve essere subordinato a quello maschile. Non nasce per compiacerlo e non deve essere considerato oggetto di proprietà.
A partecipare al festival dell’ovvietà, si aggiunge la Calabria, che d’ora in poi farà di tutto per boicottare e non far passare le pubblicità ingannevoli in cui la donna, o parte di essa, appare insieme al prodotto da comprare, come a dire: “se acquisti la nostra auto noi ti diamo anche lei, che soddisferà ogni tua richiesta. Felice di farlo.” E pensare che senza prodotto accanto tutto ciò diverrebbe istigazione alla prostituzione.
Lodevole quindi l’iniziativa calabrese per bloccare i messaggi pubblicitari e arginare in qualche modo l’istigazione alla violenza o anche solo al pensiero errato. Ma c’era bisogno di riunirsi e scrivere un foglio per capire che la donna non è paragonabile né vendibile come un’auto o un nuovo cellulare?
E poi, perché continuare a trattare gli uomini come bambini edipici? L’auto, il cellulare, persino i generi alimentari vengono “suggeriti” da donne-oggetto-mamme che affermano quale sia il miglior acquisto per “i loro cuccioli poco cresciuti”. Perché se da un lato la donna viene mercificata, dall’altro, l’uomo viene spogliato del cervello e fatto sentire vivo e uomo solo nella sua capacità di sottomettere la donna. Brandire la propria clava per dire “mamma sono cresciuto e posso comandare. E tu sarai mia per sempre.”
È incredibile che alle porte del 2008, i signori uomini debbano necessariamente umiliare le donne per accertarsi che la propria virilità non sia defunta. Strano tutto questo. Perché nonostante le vessazioni quotidiane che una donna subisce, non la si vedrà mai umiliare un uomo per sentirsi più donna.
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