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Redazionale


di Francesca Viscone
30/11/2007 - Eolie Il reportage
Questo lungo ponte novembrino alle Eolie è stato bellissimo e rigenerante.
Da Vulcano siamo stati trasportati in motoscafo a Stromboli. Eravamo emozionati e contenti.
Lo spavento per la pioggia di Reggio in poco tempo è diventato solo un ricordo.

Avevamo un solo pensiero: raggiungere la cima del vulcano. Qualcuno, chissà chi?, già immaginava che sarebbe rimasto(a) per strada!
Mi sono fermata dopo aver fatto più di 200 gradini (ma chi li ha contati?potevano essere 1000), che mi sono sembrati altissimi. Le forze per andare dietro ad una guida impaziente e un po’ scorbutica non mi sarebbero bastate, il fiato non ne parliamo nemmeno.

Ma ho proseguito fino alla sciara. Lo spettacolo è stato mozzafiato: abbiamo visto il fuoco, le esplosioni erano emozionanti e facevano paura.
Iddu sputava fuoco all'improvviso, ma non sono riuscita mai a fotografare nient'altro che fumo.
Ci prendeva in giro, aspettava che gli voltassimo le spalle e cominciassimo a scendere. Nel buio e nel silenzio si sentiva poi all'improvviso un tuono, il cielo nero diventava rosso e rivoli di fuoco scendevano lungo la fiancata della montagna.

Dalla sciara si godeva un tramonto stupendo, a tratti si intravvedevano altre isole.

Durante la prima discesa i miei compagni di viaggio sono stati una scienziata francese, Marie, e la sua bambina di due anni, Elise, che ha cantato per tutto il tempo e alla fine sognava solo due cose: manger et dodò (mangiare e dormire)...
Il giorno dopo abbiamo fatto il giro dell'isola in motoscafo. Ogni volta che cercavo di fotografare la sciara dal mare, una testa occupava il centro dell’obiettivo. Era lui, il capo dei capi…

Abbiamo raggiunto Strombolicchio. Ho fatto delle foto stando in piedi sulla barca, ma il mare era mosso… e dopo un po’ lo ero anch’io.

Sulla spiaggia di Ginostra c'erano pietre dalle forme incredibili: impronte di strani esseri scolpite nella roccia…

… profili di donne pietrificate che guardavano il mare da una fissità infinita.

Ultima tappa, Panarea. Dalla spiaggia al villaggio neolitico c'è una ripida salita, tra fichidindia dalle incredibili spine bianche, forti e lunghe.

L'azzurro e il verde erano totalizzanti, ti riempivano gli occhi fino ad accecarti.

E questa sono io...
Ecco invece i coraggiosissimi che hanno fatto il bagno. Dite la verità: non è stato proprio un gran sacrificio!

L’immagine più bella è quella dello Stromboli, quasi pacifico e lontano, così come si può pensare che lo vedano i gabbiani.

Siamo tutti liberi di volare…

Non dimenticatelo mai!
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