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Redazionale


di Katia Colica
27/11/2007 - “Tutti hanno lodato i nostri sforzi, tranne Legambiente di Reggio Calabria”. Queste le lamentele neanche troppo celate dell’Assessore Comunale all’Ambiente Antonio Caridi, che si aspettava le lodi dell’Associazione in seguito alla pubblicazione dei dati di “Ecosistema Urbano”, il rapporto annuale di Legambiente sulla qualità ambientale dei 103 Capoluoghi di Provincia del nostro Paese. A volte però, il buonsenso vorrebbe un po’ di oculatezza nell’aspettarsi gli elogi da parte di chi conosce il quadro dello stato di fatto e potrebbe facilmente fornire delle spiegazioni che risulterebbero scomode quanto schiette. “Fino ad oggi abbiamo evitato di intervenire per evitare le solite polemiche che negli ultimi anni sono puntualmente seguite alla pubblicazione del Rapporto”, dichiara Maria Caterina Gattuso presidente del Circolo cittadino, ma dopo le dichiarazioni dell’Assessore Caridi che lamenta la dimenticanza del Circolo di lodare gli sforzi dell’Amministrazione, non possiamo non intervenire in merito, anche per rivendicare la nostra assoluta e riconosciuta autonomia, espressasi più volte anche in passato con aspre polemiche con la scorsa Amministrazione Comunale, che però, a differenza di questa, è stata sempre aperta al confronto. Evidentemente associazioni serie, autonome e radicate sul territorio danno fastidio, ci dispiace dirlo, al manovratore!”. Il Rapporto Ecosistema Urbano, ci viene spiegato da Lidia Liotta, responsabile del Comitato Scientifico Regionale, è un lavoro di ricerca serio, che, per evitare ogni accusa di strumentalizzazione, viene condotto direttamente dalla sede nazionale dell’Associazione. Il Circolo locale, quindi, non fornisce alcun dato all’Associazione nazionale. In più, i dati che non sono disponibili direttamente dai Comuni, vengono attinti da altre fonti.
E qui emerge un episodio che crea un certo sconcerto: dai dati Istat sul consumo idrico giornaliero risulta un uso pro capite di 172,7 l/ab/gg, dato del tutto diverso da quello fornito dal Comune di Reggio Calabria che aveva dichiarato, anche quest’anno, un consumo improbabile: assunto che in città interi quartieri rimangono per giorni interi senza acqua corrente, come può il Comune dichiarare un consumo di ben 461 l/ab/gg? E con, soprattutto, una percentuale di perdite di rete dello 0%? Se non si fosse ricorso all’Istat, quindi, il dato risultante sarebbe stato un bel “nd”, ovvero: non disponibile. Come a dire: caro Comune di Reggio Calabria, ti stai arrampicando sugli specchi. Ma ci mettiamo una toppa e proviamo a tirare due somme. E dal momento che, nella statistica Istat la nostra città (dove l’acqua manca) è considerata una città con consumi medi (il dato la dà al 48° posta cioè a metà classifica), questo l’ha aiutata a salire di posizioni.
Ma guardiamo ancora il Rapporto e se del caso tessiamo le lodi all’Amministrazione: i dati del 2006 (ricordiamo che per “Ecosistema Urbano” i dati raccolti nel corso del 2007 fanno riferimento al 2006) affermano chiaramente che la raccolta differenziata è scesa dal 10,3% al 7,1% dell’anno precedente. D’accordo, caro assessore, il problema dei rifiuti sarà gestito male, ma forse col verde pubblico si può recuperare qualche punticino. Ma il dato già avvilente del verde urbano fruibile dello scorso anno, 4,7 mq/ab, peggiora scendendo al 3,8 mq/ab.
Ma come è possibile che Reggio Calabria in queste condizioni devastanti abbia scalato qualche posto in classifica? Ce lo spiega brevemente ancora Maria Caterina Gattuso rilevando come i dati dell’inquinamento atmosferico si siano resi finalmente disponibili, grazie al funzionamento delle centraline per il monitoraggio ambientale date dal progetto avviato dall’ ex Assessore alle Politiche Ambientali Nuccio Barillà; centraline, aggiungiamo, assolutamente indecifrabili per i cittadini, poiché non si è ancora provveduto a indicarvi oltre che i dati, anche i limiti previsti dalla legge per le diverse sostanze inquinanti. Infine, a merito esclusivo del clima e della posizione geografica della nostra città, i dati che emergono sono complessivamente buoni. Alla luce di tutto ciò che viene a galla, quindi, forse l’Assessore invece di pretendere le auspicate lodi, avrebbe fatto bene a fare come si fa da piccoli quando capita di studiare poco e male e ci si nasconde dietro le spalle del compagno più alto, sperando che l’insegnante guardi da tutt’altra parte.
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