Nascere donna
Nascere donna
di Roberta Pino

23/11/2007 - Madre di…, moglie di…, figlia di…; della donna, si parla sempre in questi termini di riconoscimento sociale per la sua appartenenza all’uomo, sia esso il padre, il marito, il figlio.
La condizione femminile, seppur notevolmente migliorata nel corso dei secoli, rimane una situazione di debolezza da tutelare.
Una condizione di cui si è discusso nel salone del Palazzo della Provincia il 21 novembre scorso, durante un incontro promosso dalla Consigliera di Parità della Provincia di Reggio Calabria, Daniela De Blasio, in collaborazione con il Reghium Julii.
Il progetto si chiama “Donna: ieri e oggi”.
L’occasione è la proclamazione, da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo, del 2007 quale anno europeo delle Pari Opportunità.
Da qui l’idea di promuovere due incontri per svolgere alcune riflessioni sull’essere femminile.
Durante il primo, svoltosi il 21 novembre, è stato presentato il saggio “Nascere donna” di Lina Anzalone, sulla storia della condizione femminile nel nostro paese.
Il secondo appuntamento, il prossimo 7 dicembre, prevede una tavola rotonda sull’anno europeo delle “Pari Opportunità per tutti”, che vedrà a confronto personalità del mondo della cultura, del lavoro e dell’imprenditoria femminile.
Una predominanza decisamente femminile alla presentazione del libro di Lina Anzalone, e quasi tutte donne le relatrici dell’incontro, quasi a voler costituire una vera e propria cintura di sicurezza.
La dott.ssa De Blasio, ad esempio, che ha sottolineato l’importanza del ruolo istituzionale del Ministero delle Pari Opportunità per la valorizzazione delle risorse femminili e la diffusione di una cultura contraria a ogni discriminazione non specificatamente rivolta alla sola popolazione femminile ma volta a integrare l’ottica di genere in tutte le politiche e le azioni di sviluppo sociale.
Intervento mirato quello dell’Assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Reggio Calabria, il dr. Attilio Tucci, si è soffermato sulla diversa condizione delle donne a seconda delle latitudini in cui vivono. Basti pensare alle mogli e alle madri di San Luca, certamente un vissuto differente rispetto al genere femminile del Nord-Est italiano!
L’Avvocato Patrizia Malara, Consigliera di Pari Opportunità supplente, ha molto dibattuto sulla necessità di incidere sui giovani, per poter cambiare lo stato attuale delle cose.
Ed è per questo motivo che proprio all’incontro previsto per il 7 dicembre prossimo, saranno presenti alcuni istituti scolastici della città e della provincia.
Agli studenti delle scuole, che hanno aderito al progetto, verrà consegnato un opuscolo in cui sono tracciati i passi salienti della storia delle donne a livello mondiale, il cammino per affermare i propri diritti.
Recuperare, infatti, dalle pieghe della storia la perseveranza, la lungimiranza, il sacrificio e la cultura di chi ha contribuito a dare forza al cambiamento sociale del genere femminile, rappresenta un messaggio forte per le giovani donne di oggi, nonostante già godano di una libertà di scelta impensabile per qualche generazione addietro.
La mancanza di consapevolezza storica di ciò che le donne hanno fatto è una delle cause della situazione attuale.
L’esperienza della dott.ssa Maria Luisa Latella, Vice Prefetto vicario di Reggio Calabria, è significativa, non fosse altro che il suo ambiente lavorativo è tipicamente maschile.
Ha faticato ad affermare la propria presenza, ma il successo è arrivato grazie alla sua determinazione.
Contraria alle quote rosa, il suo sogno è costruire un futuro in cui l’uomo e la donna siano complementari. Quindi non la contrapposizione classica donna vs uomo, ma entrambi affiancati l’una all’altro per comuni obiettivi.
E veniamo adesso al saggio scritto da Lina Anzalone, insegnante di Lettere negli Istituti di Istruzione Superiore di Reggio Calabria.
In “Nascere donna”, questo il titolo del saggio, l’autrice delinea la condizione della donna nel suo percorso storico e sociale dal Medioevo ai giorni nostri.
“La storia è scritta dagli uomini e per gli uomini”, un’affermazione che non lascia spazio a repliche.
Un dato esemplificativo è rappresentato dalla filosofia, nei cui testi pochissime sono le donne filosofe citate e tramandate a oggi.
La storia ci pone sulle tracce di Teano, filosofa vissuta nella seconda metà del VI secolo a.C., che studiò la dottrina del numero e dell’immortalità dell’anima.
Ma il ricordo di Teano ci è giunto non tanto per le sue opere, quanto perché era la moglie di Pitagora! Eppure figure di pensatrici ce ne sono state sin dall’antichità.
Del pensiero di queste donne, però, nemmeno un frammento si è salvato nello scorrere del tempo.
A conferma, basta leggere le biografie di tanti filosofi da cui risulta che la casta dei pensatori era generalmente misogina.
E ancora, in letteratura le prime due donne scrittrici furono Angela da Foligno e Caterina da Siena, due monache.
Ma anche lì, l’unico spazio in cui la voce femminile aveva avuto la possibilità di esprimersi era stato quello al riparo delle mura di un chiostro.
I loro pensieri subirono, però, la mediazione di una mano maschile; così, per Caterina da Siena scriveva il suo confessore.
Tante altre donne vengono citate nel libro della Anzalone. Donne che hanno pagato con la propria vita il caro prezzo della libertà.
Allora qual è il messaggio da diffondere alla metà femminile del pianeta?
Sicuramente non omologarsi, essere differenti ma non diversi, mantenendo la propria identità.
Lo spazio delle donne non è più solo quello della casa, ma per citare Katerine Mansfield, “Vorrei essere tutto quello che sono in grado di diventare”.
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