Acqua azzurra, acqua chiara. E salmastra.
Acqua azzurra, acqua chiara. E salmastra.
di Katia Colica

09/11/2007 - L’indimenticabile canzone di Battisti è stata una bandiera elettorale vincente, qualche mese fa, per le elezioni comunali di Reggio Calabria. La posizione di distanza che il sindaco Giuseppe Scopelliti e il presidente del Consiglio Aurelio Chizzoniti hanno preso nei confronti della ditta Reges continua ad inquietare, anziché rassicurare. La Reges, come è noto, è una società mista ed è colpevole di aver spedito ai cittadini una serie cartelle esattoriali errate con tasse non dovute o già pagate. Ma la Reges è composta da un socio di maggioranza che risponde all’appellativo di “Comune di Reggio Calabria”. Ricapitolando: l’acqua manca (in alcuni rioni come Gebbione è la norma, dalle 20 in poi), oppure è salata (a S. Caterina e nel centro storico, per fare un esempio, è inutilizzabile anche per cucinare).

"Non possiamo permetterci da un lato di essere il Comune che ha una pressione fiscale tra le più basse d'Italia - ha detto il sindaco Scopelliti - e dell'altro far recapitare a casa tasse non dovute o già pagate. Il nostro obiettivo è quello di colpire gli evasori, ma allo stesso tempo tutelare i cittadini onesti". Ad oggi ci chiediamo di quale tutela si tratti. Faranno saltare delle teste, dicono. Ma come si può considerare che il machete sia usato contro gli impiegati Reges, la maggior parte impiegati con contratti a tempo di due mesi rinnovabili? Allora salteranno le altre teste? Quelle al vertice? Ma…un momento: il vertice è il Comune! Qualcosa non fila. Un’altra testa al vertice è la Maggioli, l’organizzazione aziendale impegnata in ruoli - guida delle amministrazioni pubbliche locali.

Azienda emiliana che opera su tutto il territorio nazionale e che si cala malamente in un territorio in cui le mappe catastali sono del neolitico, e sulla base delle stesse si stila un elenco di bollette bizzarro. Cerchiamo il colpevole, quindi? Proviamoci. Ma intanto: perché ancora a Reggio Calabria si cerca di capire com’è che esplode il bubbone dopo anni di acqua scarsa e salmastra? Com’è che riteniamo accettabile riempire le bacinelle alle sette di sera per mettere da parte l’acqua per la notte? Cosa c’è di civile in una città in cui i condomini si devono auto-organizzare per l’impianto di serbatoi privati, mentre si paga regolarmente il canone? Domande semplici, risposte evasive. Ricordiamo che nel 2004 il Sindaco Scopelliti fu nominato commissario con un enorme potere tradotto in otto milioni di euro da spendere. Val la pena, a tal proposito, riportare le parole che ha rilasciato alla Repubblica il 6 febbraio 2006 alla domanda “l’acqua è ancora salata”: così risparmiamo sul sale. E giù risate. Salate, direi, alla luce del fatto che ad oggi il desalinizzatore dello spot su citato non sta dando i risultati sperati: l’acqua in molte zone è ancora inservibile.

Da qui l’appello al Presidente Loiero, che promise il completamento della Diga sul menta entro il 2008 e dovrà alimentare l’acquedotto della città. Una promessa è una promessa, ci insegnavano da bambini.
Aspettiamo fiduciosi. Ma non senza ricordare che negli anni ’90, con i fondi del Decreto Reggio, la giunta Falcomatà aveva progettato ed eseguito in buona parte, due acquedotti che avrebbero potenziato la portata idrica. La giunta Scopelliti, appena insediata, decise di non ultimare i lavori, portati avanti per il 60%. Col senno di poi, direbbe qualcuno, forse sarebbe stato meglio il primo progetto al posto del favoloso dissalatore. Chi può dirlo. Intanto la Reges è avvertita: occhio, salteranno teste. Ma chissà se, in tutto ciò, comincerà mai a piovere, in questa città del sole… così magari con le tinozze in cortile una soluzione celere la troveremo.
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