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Redazionale


di Katia Colica
06/07/2007 - La bestia siamo noi; o almeno: potremmo esserlo. I ragazzi di Spazio Teatro, 16 allievi diretti da un brillante Gaetano Tramontana, sono riusciti a trasportare su palco le intense riflessioni che William Golding ha trasmesso col suo libro, "Il signore delle mosche". Il regista ha saputo infondere al suo giovane gruppo la necessaria capacità che un attore deve possedere: quella di far propria l’esperienza della sceneggiatura, riuscendo così a fare emergere nel gruppo di studio, alcune forti personalità artistiche. Le sensazioni che sono affiorate, ricche di pathos, fanno levare un unico spietato messaggio: il male non è un luogo esterno all’uomo, ma una suggestione che egli si porta addosso, e che può ascoltare o meno. I ragazzi, naufraghi in un’isola che potrebbe essere un paradiso in terra, ascoltano le loro paure e le trasformano, dando loro quello spazio malato che riesce ad alterare le loro menti in macchine spietate. Ed ecco che la “bestia” temuta, archetipo delle paure recondite che ognuno di noi si porta addosso, prende la forma che i giovani protagonisti ritengono più comoda da sconfiggere. Il risultato sarà un altro piccolo mondo inquinato dall’unico male provato: quello creato dall’uomo. E questo, l’officina di Gaetano Tramontana, è riuscito a raccontarlo in una calda serata d’estate Reggina. La replica, per chi si è perso lo spettacolo o per chi semplicemente ha voglia di rivederlo, si terrà a Bagnara, domenica 8 luglio alle 19.30.
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