Un amore da quattro soldi
Un amore da quattro soldi
di Francesco Idotta

14/06/2007 - Ermanno Bencivenga
Poesie (Aragno Editore)


Ermanno Bencivenga è ordinario di filosofia peresso l’Università di California; logico di fama, ha dato importanti contributi alla filosofia del linguaggio, alla filosofia morale e alla storia della filosofia. Per il grande pubblico ha scritto La filosofia in trentadue favole. Filosofia: istruzioni per l’uso. Platone, amico mio. I passi falsi della scienza. Le due americhe. La sua prima raccolta di versi si intitola Panni sporchi. Dirige la rivista internazionale di filosofia «Topoi» e la collana di testi filosofici «Topoi Library», pubblicate da Sprinter. Collabora al quotidiano «La Stampa».

Un Amore da quattro soldi, un viaggio erotico/sentimentale, che percorre i luoghi della solitudine, nei quali alberga un’evidente sensazione d’estraniamento, che assale l’uomo di fronte alla donna.
Un filosofo, che custodisce l’arte del domandare, controlla la forza e l’impeto primitivo con la parola e il ritmo dei versi. Una cadenza latina, al di là dei versi “anglosassoni”, che rievoca tempeste di voci argentine, sudamericane, Nell’oceano sonoro/ di toni discordanti.
Bencivenga, tra queste acque, si immerge senza paure… l’unico timore, che a volte rallenta la sua penna, è indotto dalla possibilità che l’eterno ritorno dell’uguale annienti l’eventualità di un divenire caotico e imprevedibile, non diverso, ma dissimile.
La donna di queste poesie è il groviglio di percorsi/ che il …corpo traccia ogni giorno. Una donna dinamica e incomprensibile, parola di carne e artefice di dipendenze fisiche che inducono l’uomo alla perdita del controllo, e per questo lo rendono tristemente soddisfatto. Nell’appagamento di un attimo il respiro dell’eternità possiede e sodomizza l’attesa, rendendola un calore sommesso e gentile/ di cui è fatto il dono di una casa.
L’epico e mitico scontro fisico tra un uomo e una donna, talmente imprevedibile da escludere la possibilità di una qualunque aspettativa di stabilità, riconduce al dinamismo ancestrale che ha originato il kosmo e con esso un solo “vero riposo”, quello conseguente ad un rapporto amoroso. Tra la via del perdersi e quella del trovarsi nell’altro esiste un unico punto in cui la ricerca può avere tregua, quel punto è il letto in cui un uomo e una donna si svegliano l’uno accanto all’altra e si vedono riflessi nei rispettivi occhi.
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