Il Vangelo negato
Il Vangelo negato
di Maura Mollo

17/04/2007 - Reggio Calabria - "Il codice da Vinci mi ha fatto ribrezzo, non si può romanzare la vita di Gesù Cristo" queste le parole del cardinale Poletto. Una sentenza più che un commento. Un ordine che non ha fermato l'ennesimo libro sulla vita, la morte, il "senso" di Gesù Cristo attraverso le gesta dei suoi discepoli.
E la Chiesa scalpita, negando e minimizzando l'esistenza di documenti che attesterebbero una diversa storia del "Figlio di Dio", e mettendo sullo stesso piano realtà storica e finzione letteraria.
Eppure, accanto ai romanzieri Dan Brown o Jeffrey Archer, ci sono i documenti storici: I Rotoli di Qumran (trovati nel 1947), I Codici di Nag Hammadi (1945) e adesso Il Vangelo di Giuda (1978). Se a questo si aggiunge che la scelta dei Vangeli neotestamentali è da attribuire all'arbitrarietà di Ireneo di Lione e degli altri padri della Chiesa, in Vaticano la preoccupazione è lecita.
Non è un segreto che accanto ai quattro vangeli canonici (per altro anonimi e attribuiti ai quattro evangelisti solo a posteriori) esistessero moltissimi vangeli (di Tommaso, di Filippo, di Maria Maddalena, ecc. ecc.) che raccontavano una storia diversa, dissidente. Il vangelo di Giuda è forse il più eclatante esempio di dottrina che capovolge la tradizione cristiana ortodossa. Giuda non più traditore ma amico fidato. L'eletto fra gli apostoli. Il vero esecutore del progetto divino.
E da qui argomentazioni che hanno fatto tremare la Santa Sede: il vero Dio non è il creatore del mondo (siamo figli di un dio minore e crudele). Solo chi ha in sé la scintilla divina può aspirare alla vera dimora celeste (per tutti gli altri il baratro). Troppo. Troppo anche per un papa del secondo millennio.
In Vaticano non volevano sollevare un polverone, meglio far finta di nulla! Ma i libri si sono susseguiti, i dubbi son cresciuti, e il Papa ha avvertito l'esigenza di riportare le pecorelle all'ovile. Nessuna riabilitazione per l’apostolo traditore: «La sua colpa è innegabile. Per Giuda, avido e bugiardo, contano solo il potere e il successo. Vive nella menzogna e perde il senso della verità suprema».
Gli equilibri della Chiesa vacillano, perciò non si può permettere nemmeno alla storia di cambiare le cose. Bravo Joseph, negare sempre, anche l'evidenza.

LIBRERIE REGGIO CALABRIA

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Ambrosiana: Non ha ritirato alcuna copia per non contrariare le suore

Il Vangelo di Giuda fu scoperto fortunosamente negli anni Settanta. Dopo varie peripezie (venduto rubato dimenticato e maltrattato), il testo comprende ormai solo 66 pagine, notevolmente deteriorate. L'arduo lavoro della equipe composta da biblisti e scienziati che lo hanno reso fruibile ai lettori, è durato ben cinque anni. Il papiro è stato sottoposto a molteplici esami per verificarne l'autenticità: dal radio carbonio all'analisi dell'inchiostro, dall'analisi linguistica a quella della grafia. Il risultato è la veridicità del documento che risale al 300 d. C. Documento che grazie alla National Geographic Society è divenuto il best seller degli ultimi tempi. Anche a Reggio. Tutte le librerie che lo hanno ritirato lo hanno venduto quasi subito e ne hanno dovuto fare nuova richiesta presso la casa editrice per soddisfare la domanda del pubblico. Quindi buona parte della popolazione della città ha nella propria libreria il volume acquistato, autenticato e pubblicato dalla National Geographic Society. Viene da pensare che questo testo andrebbe diffuso e insegnato nelle scuole nell'ora di religione o quantomeno di storia, e invece il silenzio dei fedeli lo ha relegato al nulla esistenziale. Persino a Reggio l’ombra del Cupolone aleggia indomito. Appena si nomina Il Vangelo di Giuda, le persone si mettono sulla difensiva. Pochi sostengono di averlo letto, persino di averlo comprato. Sarà perché la moda impone di averlo (averlo non vuol dire leggerlo). Sarà perché la morale cattolica è fin troppo radicata per poter credere semplicemente a un documento storico. Sarà perché il romanzo fuorviante "Il Vangelo secondo Giuda" di Archer, 'approvato' dalla Chiesa (sottolineando che di finzione trattasi) è riuscito a distogliere l'attenzione dal documento copto, ha portato alla conclusione popolare: falso uno falsi tutti.
Fino ai venti anni non sanno cosa sia. Qualcuno lo confonde addirittura con uno dei quattro vangeli canonici. Il famoso Giuda, l’evangelista.
I ragazzi sui trenta anni ne hanno sentito parlare ma “le vicende della Chiesa non interessano.” “Dopo Il Codice da Vinci, tutti a scrivere le stesse cose.” “Magari ne faranno un film.” A nessuno viene in mente che non si tratta di un romanzo, ma di un documento storico. L’idea fa solo sorridere.
Gli uomini e le donne dai quaranta in su diventano spietati: “Io sono cristiana cattolica praticante. I vangeli li ho già, non me ne servono altri.” “Non compro certe cose.”
La domanda che mi risuona in testa da un po’ prende forma. Ma se nessuno lo ha letto, se pochi lo conoscono, chi ha comprato tutte le copie di Reggio? Vuoi vedere che la Curia ha sguinzagliato i suoi fidi? E adesso in dispensa hanno scatoloni di un Vangelo che potrebbe rovinare loro la reputazione.
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