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Redazionale


di Pasquale Zumbo
13/04/2007 - “È Piero! È arrivato”. Ed è il delirio. L’aula magna della Facoltà di Economia di Messina è troppo piccola per contenere la passione, l’entusiasmo di centinaia di ragazzi urlanti per l’arrivo del loro idolo musicale, ovvero Piero Pelù. Stretti come sardine, magari seduti per terra, non importa. L’importante è essere lì, a un passo da lui. Il rocker italiano numero uno, invitato a tenere una conferenza dal titolo “Dea Musica: la rottura degli stereotipi nel viaggio rock di Piero Pelù”, risponde alla calorosa accoglienza a modo suo. Entra in aula, si toglie la giacca e la fa roteare sopra la testa, mandando in visibilio i presenti. Capelli lunghi ma non troppo (è ormai lontano lo stile di “Tex” e “Cangaceiro”), occhiali scuri a coprire la stanchezza, solito fare istrionico: gli anni passano ma la vera essenza rimane! Per 5 – 10 minuti a farla da padroni sono i flash delle fotocamere dei cellulari dei partecipanti, desiderosi di immortalare il cantante fiorentino e magari di farne un esclusivo wallpaper. Pelù ha fretta (a Catania c’è un aereo che lo attende…) ma non dimentica di rivolgere un pensiero “a tutti i precari dello Stretto”, in quel momento impegnati in una manifestazione per le vie della città. Parte un applauso spontaneo e poi giù con le domande. Gli argomenti sono i più disparati. Dalla musica alla gente del sud, a lui particolarmente cara, fino a toccare temi come potere, economia, politica, trattati, è il caso di dire, senza peli sulla lingua. “La politica è in difficoltà perché il potere appartiene ormai alle lobbies economiche – afferma l’ex leader dei Litfiba - In testa al gruppo vedo droga e armi prodotte in paesi dimenticati dai media, che poi vengono smistate in tutto il mondo dal secondo potere, ovvero la mafia”. E al problema mafia, Piero Pelù ha dedicato un brano del suo ultimo lavoro (“In faccia”) dal titolo “Fiorirà”. “Questa canzone – spiega - l’ho scritta per i ragazzi di Locri e per tutti i Peppino Impastato uccisi dalla criminalità organizzata”. Ma il momento più intenso dell’incontro è offerto dalla domanda di una fan: “Piero, tu credi?”. “Sì, io credo – risponde - Credo nell’amicizia che è poi una forma d’amore, ma non mi riconosco in una religione in particolare. Sarebbe come dire di amare la musica ma ascoltando solo i Sex Pistols o i Beatles. Bravissimi, ma oltre quello c’è ancora tanto…” Il tempo scorre via veloce e Piero deve andar via. Lascia il “suo” pubblico salendo sul tavolo e salutando con il classico “ILY” fatto con la mano. Gli ultimi click rubano gli istanti finali dell’incontro con Pelù, l’idolo che le cose ama dirle “In faccia”.
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