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Redazionale

di www.strill.it
27/11/2017 - «E’ stato uno dei padri nobili dell’ospedale “Pugliese”». Così Natale Saccà, medico e scrittore, e gli altri collaboratori della storica prima divisione di medicina generale dell’ospedale di Catanzaro, ricordano la figura del loro primario e maestro dottor Giuseppe Zimatore, scomparso nei giorni scorsi. Saccà e i colleghi ne ricordano la «capacità di anticipare i tempi, intuire nuove strade e nuovi modelli ospedalieri». «Negli anni Settanta e Ottanta – ricordano – Zimatore parlava di deospedalizzazione. Dopo venti anni si cominciò a parlare, in tutte le sedi ed in tutti i modi, di day hospital, day surgery; negli ultimi dieci anni sono stati introdotti nuovi acronimi e nuove parole: day service, Pac, Apa. Un modo elegante e moderno per deospedalizzare, cioè mettere in pratica quello che egli aveva intuito molti anni prima. Ha dedicato ad un’altra nuova idea, il “tempo pieno”, i migliori anni della sua brillante carriera. “Tempopienisti” erano allora definite quelle figure di medici, molto folli per quei tempi, che erano affascinati da quest’altra tua intuizione. Anche questa sua intuizione adesso è la regola negli ospedali italiani. Su queste basi ha fondato l’Amotep, associazione medici ospedalieri a tempo pieno». Saccà e gli altri collaboratori ricordano, inoltre, il nuovo modo di lavorare nell’ospedale immaginato da Zimatore, con l’introduzione delle «riunioni di reparto in cui, tutto il personale, compresi gli infermieri, discutevano periodicamente dei casi clinici più complessi. Ha allargato questo metodo fino a realizzare gli incontri tra i sanitari di vari reparti offrendo la possibilità di aprirsi al dialogo e al confronto. In questo contesto si inseriva la nascita della sua rivista “La cellula ospedaliera”, che accoglieva i contributi di tutti i dipendenti ospedalieri». Di Zimatore, inoltre, viene ricordata la sua «considerazione per le persone più deboli, per i diversi, i tossicodipendenti, gli alcolisti: adesso è quasi di moda parlare dei pazienti fragili, trent’anni fa per molti era solo una perdita di tempo». «Zimatore – concludono – ha dato tutto all’ospedale “Pugliese” e noi non finiremo mai di ringraziarlo».
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