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rassegna stampa calabrese
Fonte: Strill.it
Data: 30/03/2010
Autore: Giusva Branca
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Politica
Il ciclone-Scopelliti ed il crepuscolo degli dei
Ha stravinto dappertutto; Peppe Scopelliti ha polverizzato Loiero e Callipo nella città di Reggio attestandosi oltre il 70%, ma ha travolto il Governatore uscente nella sua città di adozione, Catanzaro, e nella sua provincia di nascita, Crotone. Scopelliti ha vinto bene anche a Vibo, ma, più in generale, le centinaia di migliaia di voti di scarto non lasciano spazio a nessun tipo di valutazione ambigua.
Il dato, però, è talmente dirompente da consegnare un quadro fortemente nuovo e non si tratta di novità di poco conto.
E’ ben chiaro, infatti, che da un lato la Calabria ha votato senza timore in una sorta di plebiscito anagrafico dichiarando definitivamente chiusa una certa stagione politica e dall’altro attestando che le tematiche campanilistiche che hanno tristemente caratterizzato la regione negli ultimi 40 anni sono state travolte dalla gente.
Le ha spazzate via andando al voto e dicendo basta a piccole meschinità da campagna elettorale. Una campagna elettorale, è doveroso dirlo, di livello bassissimo, quasi del tutto priva di contenuti, troppo spesso scivolata in rissa sterile. Ma, evidentemente, i calabresi hanno giudicato credibile il progetto avviato da Scopelliti a Reggio e gli hanno dato mandato a cambiare la Calabria.
I numeri, in verità, somigliano tanto ad una procura in bianco, dal momento che il dato dell’urna ci consegna un vero gigante politico.
Piaccia o no, Scopelliti negli ultimi tre anni ha incassato, nell’ordine, il 70% alle comunali, più volte la palma di Sindaco più amato d’Italia e, ora, neogovernatore con uno scarto addirittura maggiore di quello abissale che 5 anni fa lo stesso Loiero inflisse ad Abramo.
La forza che Scopelliti porterà con sé, tra l’altro, è la dote che gli deriva da un successo personale addirittura superiore al dato di lista, la qual cosa, unitamente allo straordinario successo delle liste in suo appoggio, gli spianerà notevolmente la strada della governabilità, almeno all’inizio.
Le sue prime dichiarazioni da governatore, tutte improntate all’insegna del cambiamento, della svolta anticlientelare, rappresentano, al tempo stesso, un’apertura per un futuro di speranza ed una responsabilità pesantissima dalla quale, tuttavia, non è possibile sottrarsi. E la gente calabrese lo chiede, quasi urlandolo nelle urne, da anni, bocciando regolarmente il Governatore uscente ed affidando le residue chances di salvezza allo sfidante.
La tenuta dell’Udc delinea già da ora uno scacchiere di alleanze già definite: al partito di Casini toccheranno due assessorati e la presidenza del Consiglio (in ballo tra Pasquale Tripodi e Talarico), mentre – evidentemente – un congruo spazio ai “fedelissimi” di Scopelliti è facilmente ipotizzabile.
“E’ la vera, grande sfida della nostra vita” – ha dichiarato il neo eletto Scopelliti – e non sfugge a nessuno che si tratta quasi di un’impresa da portare a compimento.
Dall’altra parte, solo macerie fumanti. Una sorta di crepuscolo degli dei miseramente andato in scena nel modo peggiore possibile. La disfatta del centrosinistra parte da lontano; probabilmente origina dall’omicidio Fortugno. Da allora in poi nulla è stato più uguale a prima ed il Pd ha anche sprecato l’unica cosa positiva che poteva derivare dalla tragedia: la possibilità di ricompattarsi attorno alla memoria del vicepresidente dell’Assemblea.
Ed invece, da allora in poi, è stata una frantumazione continua, da fare impallidire gli esperti di fissione dell’atomo. Cinque governi non sono bastati a Loiero per arrivare al traguardo di fine consiliatura con un mandato convinto dell’intero fronte di centrosinistra a difendere la poltrona di Governatore.
Gli ultimi mesi del Partito Democratico calabrese sono stati un continuo, quotidiano, estenuante confronto interno, spesso sfociato in rissa ed ancor più spesso caratterizzato da trabocchetti, quando non veri e propri agguati, tesi dai compagni di cordata. Il niet di Idv – solo in Calabria fuori dall’alleanza col Pd – , la tardiva apertura all’Udc, i patetici, continui rinvii delle primarie sono stati solo i titoli di coda di una coalizione che si è definitivamente sbriciolata.
I riferimenti di Loiero e Guccione all’ “eccessiva litigiosità interna” nel dopo-voto somigliano maledettamente a quelle attestazioni di pentimento dei pirati beoni che, dopo l’ennesima notte folle, al mattino, con la bocca ancora impastata dalla sbornia, dicono che “questa vita non si può fare”, salvo poi ritrovarsi a bere e far bisboccia la sera successiva.
“Non siamo stati in grado di estendere le alleanze” – ha dichiarato Guccione – ma sarebbe appena il caso di fare notare al numero uno del Pd calabrese che, da un lato, anche con Udc e Idv dalla parte del centrosinistra, numeri alla mano, Loiero avrebbe dovuto sudare per vincere contro la locomotiva-Scopelliti, e, dall’altro, che le alleanze si fanno nel tempo, tessendo tele pazienti e non in maniera schizofrenica quando, nel frattempo, non si riusciva a tenere insieme il resto del Pd, diviso in almeno tre anime. Altro che alleanze…
Alla fine ne esce bene Pippo Callipo: il quasi 10% soddisfa le sue ambizioni a lasciare un segno e, visto il crollo di Loiero, può anche rimandare al mittente l’accusa del centrosinistra di aver spianato la strada ad uno Scopelliti al quale, invece, era stato proprio il Pd, con il suo straordinario carico di contraddizioni interne, a dare una spinta formidabile e della quale, probabilmente, il futuro ex Sindaco di Reggio Calabria non aveva proprio bisogno.