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rassegna stampa calabrese
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Data: 29/03/2010
Autore: Enrico Fierro
Il Fatto Quotidiano
Calabria, la regione affonda tra mafia e trasformismi. Loiero e Scopelliti e il 3° incomodo Callipo
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Politica
Calabria, la regione affonda tra mafia e trasformismi. Loiero e Scopelliti e il 3° incomodo Callipo

Se parli con Agazio Loiero, il governatore uscente, ti dice che il vincitore sarà lui. Giuseppe Scopelliti, il sindaco di Reggio Calabria, candidato del centrodestra, invece, si dice sicuro di avere la vittoria in tasca. Pippo Callipo, l’industriale del tonno scelto più che dall’Idv da Luigi De Magistris, è il terzo incomodo con poche speranze. Negli ultimi giorni di campagna elettorale il clima in Calabria è infuocato, si serrano i ranghi e i due schieramenti maggiori invocano il voto utile per vincere.

Agazio contro Peppe. Il vecchio notabile democristiano contro il giovane rampante del Pdl. Attorno il desolante scenario di candidati scelti direttamente dai boss, macchine clientelari che stanno funzionando a pieno regime, ricatti e veleni. Gli ultimi hanno letteralmente disintegrato la scarsa antimafia presente nella patria della ‘ndrangheta.

E’ successo quando Aldo Pecora, il giovane studente universitario fondatore e leader del movimento “Ammazzateci tutti”, è sceso in campo a sostegno di un candidato della lista di Scopelliti.

Un gesto che non è piaciuto e che ha fatto ricordare a più d’uno la volubilità politica del giovane Pecora. Che nel 2005 ai funerali di Franco Fortugno, il vicepresidente della Regione ucciso dalla ‘ndrangheta, espose il famoso striscione con il simbolo della Margherita, poi lo cancellò, fondò il suo movimento e salì su un palco a Casal di Principe insieme con Roberto Saviano e Fausto Bertinotti.

Successivamente fu affascinato da Veltroni. Infine, spentisi gli ardori per De Magistris, le simpatie per Gianfranco Fini e Scopelliti.

L’altra antimafia, invece, giura che non andrà a votare. Vinta dallo schifo di liste piene zeppe di trasformisti e personaggi in forte odore di collusione. E’ Angela Napoli, parlamentare del Pdl, che nei giorni scorsi ha annunciato di non andare a votare guadagnandosi il non simpatico appellativo di Wanda Osiris dell’antimafia da parte di Maurizio Gasparri.

Nel frattempo un pentito ha rivelato i progetti di attentato nei confronti dell’esponente Pdl con l’allarme salito a mille una settimana fa, quando sotto la casa romana della Napoli è stata trovata un’auto rubata con degli strani fili che fuoriuscivano dal cofano. Fortunatamente si trattava di un falso allarme.

La Commissione antimafia ha censito almeno 16 candidati, di entrambe le liste, ritenuti vicini alle cosche che contano. L’ultima rivelazione è del pentito Cosimo Virgiglio, un imprenditore affiliato alla cosca Molé. Ha raccontato dei rapporti tra il suo boss Rocco Molé e la politica, la sua voglia di conquistare il porto di Gioia Tauro: “Sosteneva Pasquale Tripodi. Ti ho fatto diventare assessore ai trasporti e adesso tu gli dici al tuo capo Loiero che mi deve dare questo nominativo per l’Autorità portuale”.

Tripodi, ex Udeur, è stato assessore regionale del centrosinistra, ora è candidato con l’Udc in appoggio a Scopelliti.

Il sindaco di Reggio si presenta come uomo del nuovo e della lotta alla mafia, ma “gli enti locali territoriali – scrivono i pm dell’operazione “Testamento”, sui rapporti tra ‘ndrangheta reggina e politica – si sono rivelati fin troppo permeabili”.

Al centro delle indagini i rapporti tra Massimo Labate, un ex poliziotto diventato assessore nella prima giunta Scopelliti, e la cosca Libri. “Che ha una caratteristica – scrivono i giudici – la propensione a mantenere e stabilire legami con esponenti della vita politica e istituzionale reggina”.

Nell’ultima campagna elettorale, il comitato di Scopelliti era in un cinema di proprietà di Gioacchino Campolo, re dei videopoker finito nei guai per una storia di slot-machine truccate e per la sua vicinanza al boss Antonino Imerti, detto “Nano Feroce”.

Ma sono le dichiarazioni di Nino Fiume, che prima di pentirsi era un killer della cosca De Stefano, a creare imbarazzo al giovane candidato. “Conoscevo Scopelliti, l’ho anche appoggiato politicamente”.

Brutta aria, in Calabria, olezzi di mafia, ma anche di trasformismi. Sono sei i consiglieri regionali eletti cinque anni fa nel centrosinistra oggi schierati col centrodestra.

Intanto il clientelismo dilaga. Con Loiero che inaugura centri ospedalieri e stabilizza precari, e Scopelliti che usa la macchina comunale come un comitato elettorale. Sfogliando le delibere che concedono finanziamenti alle associazioni, si scopre che alla vigilia di capodanno il comune di Reggio ha concesso 10 mila euro ad Ammazzateci tutti, altrettanti all’associazione Reggio Poker, solo mille all’Ail, che lotta contro le leucemie.