Sono 400 le persone costrette a rimanere ancora fuori: si studiano soluzioni rapide e condivise
MAIERATO (VV) – Il primo a ritirare il pass e, quindi, ufficialmente il primo a poter rientrare in paese è stato Giuseppe Ionadi, operaio di Maierato. Dopo diverse ore d’attesa, in fila nel centro raccolta allestito nell’area del parco commerciale, l’operaio ha ritirato il permesso “numero 1″ direttamente dalle mani del sindaco Sergio Rizzo.
L’uomo abita con la famiglia in via Karol Wojtyla, circostanza che ha indotto più di un suo compaesano a commentare: «Cominciamo con la via che porta un nome di un Papa e speriamo sia di buon auspicio». Qualcun altro, invece, mettendoci un pò di ironia ha aggiunto: «Visto che ad accompagnare il personale del Comune con i pass è stato don Danilo (il parroco di Maierato ndr) non si poteva che iniziare dalla via Wojtyla…!».
Insomma, nonostante le ripercussioni della terrificante frana, gli otto giorni di disagi fuori casa e la lunga attesa di ieri, i maieratani si sono dimostrati ancora per una volta all’altezza della situazione.
Durante l’estenuante fila non un problema è sorto; solo qualche rimbrotto sussurrato sul ritardo, un pò di stanchezza lamentata, ma niente di più. Anzi si è trovato anche il modo di ironizzare sulla via e di assaggiare le arance offerte da Coldiretti Calabria, portate al centro di raccolta dai volontari della Protezione civile.
Tra la mattina e il pomeriggio sono rientrate a casa circa mille e 200 persone, tutte residenti nelle contrade lontane dal fronte frana e nella parte storica di Maierato. Oggi si procederà con i rimanenti 700 abitanti che rientreranno nelle case della parte alta del paese o delle strade relativamente più vicine alla delimitazione della zona a rischio. Oggi come ieri l’ingresso a Maierato avverrà dalla zona Angitola allo scopo di non intralciare il lavoro che si sta effettuando a nord (zona cimitero) e di creare problemi in prossimità della “fascia rossa”.
E mentre per circa mille e 900 persone il problema evacuazione è finito, per altre 400 che non potranno rientrare a casa, l’emergenza rimane tale e quale. «Stiamo censendo tutti i cittadini di Maierato ancora sfollati – ha spiegato il sindaco Sergio Rizzo – in attesa dell’ordinanza, ma soprattutto per dare loro una sistemazione più confortevole considerato che i tempi non sono stati ancora quantificati. Quel che è certo è che non li abbandoneremo».
Rizzo, che ieri si è tenuto in stretto contatto telefonico con il prefetto di Vibo Valentia Luisa Latella, nell’arco della giornata ha più volte incontrato i suoi compaesani spiegando le fasi del rientro e dando loro indicazioni sulle modalità da seguire.
«Finora tutto è andato avanti come previsto – ha commentato in serata – e ancora una volta dei ringraziare i maieratani per la dignità e la collaborazione dimostrata in ogni momento di questa straordinaria vicenda che ci ha così profondamente segnati».
Insomma si riprende, si cerca di tornare alla normalità ma la strada da percorrere è ancora tanta. A iniziare dalla questione degli scarichi da risolvere nell’area industriale per impedire che il flusso d’acqua proveniente da quella zona continui a riversarsi verso l’area della frana, senza tralasciare le problematiche legate all’economia del piccolo centro e dunque alle varie attività commerciali che hanno subìto otto giorni di fermo e che ulteriori colpi potrebbero ancora subìre.
«Cominceremo a renderci conto tra non molto di quello che è successo – ha evidenziato Franco Bevivino, commerciante della zona – non mi riferisco all’evento naturale ma ai contraccolpi che questa situazione determinerà sulle poche attività commerciali del paese».
Altro problema è rappresentato dalle aziende agricole evacuate, senza considerare la madre dei problemi, cioè l’imponente frana che ha movimentato centinaia di milioni di metri cubi di terreno. Un fenomeno definito rarissimo dal capo della Protezione civile – tant’è che il caso Maierato resta emergenza nazionale – che ha parlato di «liquefazione della frana», un processo dovuto a cause naturali e che si verifica soltanto in alcuni paesi scandinavi.
A determinarlo grandi terremoti, ma a Maierato – zona sì sismica – di forti terremoti non ce ne sono stati, per cui c’è da capire quale è stato il processo che ha innescato il meccanismo, trasformando un’intera collina in un’immensa colata di fango.