CROTONE – Un delirante messaggio di minacce contro il sostituto procuratore della repubblica di Crotone Pierpaolo Bruni è stato fatto pervenire al sito on line del nostro giornale (ilcrotonese.it). Si tratta di un messaggio di posta elettronica inoltrato da un anonimo lo scorso 22 gennaio a commento di un articolo che era apparso sulle pagine de il Crotonese alcuni mesi prima e nel quale si dava notizia della confisca dei beni disposta dal Tribunale di Crotone nei confronti di due esponenti di spicco delle cosche locali: Giuseppe Vrenna ed Egidio Cazzato, coinvolti nell’indagine della Dda ‘Heracles’.
Nell’articolo si faceva riferimento anche alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia al pm Bruni. Ebbene, nel suo breve ma farneticante messaggio postato al sito web del giornale, l’anonimo scrive: “Pierpaolo Bruni… ahahah… tu per noi sarai na muschiddra… tutto questione di tempo… a presto tu sarai raccolto con un cucchiaino… di te rimarranno solo le ceneri… Insieme ai tuoi carissimi pentiti Bumbaca e Marino”.
Basterebbe solo quest’ultimo riferimento ai collaboratori di giustizia Domenico Bumbaca e Vincenzo Marino per comprendere che non si tratta della ‘semplice’ esternazione di un picciotto in vena di sbruffonate, ma che le cosche sono anche capaci di passare dalle parole ai fatti.
Esattamente un anno addietro, infatti, i genitori di Bumbaca sono scampati per miracolo all’incendio della loro abitazione e pochi giorni più tardi ignoti hanno esploso colpi di arma da fuoco contro la casa di una sorella; nello stesso periodo, poi, è stata presa a fucilate l’auto di uno zio di Marino.
Così come le minacce di morte on line inoltrate tramite il nostro giornale al pm Bruni assumono un significato decisamente allarmante solo a volerle inquadrare nell’ormai inarrestabile escalation di atti intimidatori ai danni del magistrato.
Appena qualche settimana addietro è trapelata la notizia che ignoti malviventi avevano manomesso l’autovettura utilizzata dal padre del magistrato, alla quale era stato reciso il tubo della benzina, probabilmente con l’intento di provocare un incendio.
Ancora più di recente sono emersi altri due episodi altrettanto inquietanti. Sul sellino del suo acquascooter, custodito in una rimessa per imbarcazioni, il pm Bruni ha trovato due scatole vuote per pistole. Infine, nei pressi della sua abitazione, sottoposta a sorveglianza continua, una sera sono stati bloccati due individui camuffati con sciarpe e cappelli; all’arrivo di alcuni agenti della squadra Mobile che di solito scortano il magistrato, i due uomini non hanno saputo giustificare la loro presenza in quel luogo.
Ad un agente, tuttavia, non è sfuggito che uno dei due individui sospetti aveva furtivamente inviato un messaggio con il telefonino a qualcuno avvertendolo di non raggiungerlo.
Controllato l’apparecchio, il poliziotto ha constatato che l’sms era stato scritto in tedesco. Sul momento non è stato possibile accertare quali fossero le reali intenzioni di quegli uomini ma l’episodio è finito, insieme a tutti gli altri, nel corposo elenco trasmesso dalla Procura della Repubblica di Crotone a quella di Salerno, competente a indagare sulle vicende che riguardano i magistrati del circondario crotonese.
Da quanto è stato possibile apprendere, comunque, sembra che il fascicolo che vede il pm Bruni come parte offesa, e nel quale sono contenute anche le rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia sui progetti delle cosche di eliminare il sostituto, non abbia fatto grandi passi avanti.
Lo stillicidio di intimidazioni, peraltro, fa il paio con il tentativo di delegittimare il magistrato e, soprattutto, la sua attività inquirente; una campagna che si è intensificata in modo particolare da quando Bruni ha chiesto e ottenuto il trasferimento alla Procura di Catanzaro.