Il presidente di Libera si esprime sull'agenzia nazionale sui beni confiscati voluta dal Consiglio dei Ministri.
L'istituzione dell' Agenzia Nazionale sui beni confiscati per rendere piu' efficace, veloce ed incisiva la legge sulla confisca dei beni dalla fase del sequestro a quella della destinazione d'uso va nella direzione che Libera chiede da anni . Un' agenzia che deve accorciare i tempi e ridare ordine a tutta questa materia ma che deve essere accompagnata da ulteriori provvedimenti come un testo unico in materia della confisca dei beni; il rafforzamento degli strumenti per le indagini patrimoniali e non ultimo, che venga data concreta attuazione a quella norma approvata nella Finanziaria del 2006 che prevede la confisca dei beni ai corrotti ed il loro riutilizzo ai fini sociali di cui non sappiamo piu' nulla. Ci sono ancora tante criticità e interrogativi che aspettano delle risposte: il 36% dei beni confiscati alla criminalità organizzata è sotto l'ipoteca delle banche e il 30% è occupato dagli stessi mafiosi o da loro prestanome cosi come la difficoltà di stare sul mercato delle aziende confiscate, la maggior parte delle quali sono rimaste chiuse e fallite. Speriamo che l'agenzia sia capace di dare risposte a questi interrogativi. Valuteremo nel dettaglio e nel merito l'operatività dell'Agenzia anche se riteniamo che la possibilità di vendere i beni confiscati ha rappresentato per il Governo un atto di debolezza. La vendita non è un dogma, puo' esser usate per per poche eccezioni ma non puo' diventare una regola. Quell' emedamento ha scalfito il principio della legge Rognoni-La Torre per cui l'utilizzo sociale del bene confiscato è un segno di grande valore che ha reso il bene mafioso un bene condiviso e che non puo' ritornare ad essere un bene esclusivo.