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rassegna stampa calabrese
Fonte: Giornale di Calabria
Data: 23/10/2009
Autore: Redazione
Giornale di Calabria
Catanzaro: Sequestrati beni per tre milioni di euro
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Cronaca
Catanzaro: Sequestrati beni per tre milioni di euro

Beni mobili ed immobili per 3 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro. Si tratta d tre ditte individuali e di svariati rapporti bancari e postali riconducibili a Giuseppe Antonio Accorinti, 50 anni, vibonese, ed a Rocco Azzaro, 55 anni, cosentino. I provvedimenti, che sono stati adottati dai Tribunali di Vibo Valentia e di Cosenza – Sezione Misure di Prevenzione - scaturiscono dalle proposte formulate dal Direttore della D.I.A., cui la recente legge n. 125/08 ha conferito una diretta e specifica competenza in materia, nell’ambito di una più articolata strategia che mira ad aggredire i patrimoni mafiosi. Ad Accorinti, sorvegliato speciale, indicato come elemento vicino al clan Mancuso di Limbadi, in particolare, sono stati sequestrati beni per circa un milione di euro. Secondo il Tribunale “la gestione decentrata del territorio di Zungri, sarebbe stata affidata dalla famiglia mafiosa Mancuso direttamente alla famiglia Accorinti, capeggiata proprio da Giuseppe Antonio che avrebbe costituito, avvalendosi della forza derivante dal vincolo associativo, un’associazione finalizzata al controllo ed allo sfruttamento delle risorse economiche della zona e comunque alla realizzazione di profitti e vantaggi ingiusti per sé e per altri”. Accorinti, dal 1983, è stato più volte destinatario di sentenze di condanna per detenzione e porto illegale di armi, associazione per delinquere, traffico di stupefacenti. Coinvolto in diverse indagini di polizia proprio in ragione della ritenuta affiliazione al clan Mancuso, ha riportato, da ultimo, una condanna ad anni 21 di reclusione, confermata in appello nel 2009, per associazione per delinquere e droga. Il patrimonio sequestrato oggi è costituito da due compendi aziendali di distinte ditte individuali; diversi rapporti bancari, postali ed assicurativi; 4 terreni; 2 fabbricati. Azzaro, pure sorvegliato speciale, cui invece sono stati sequestrati beni per due milioni di euro, è ritenuto un appartenente al clan di Corigliano. L’esame delle diverse sentenze di condanna emesse nei suoi confronti, anche per associazione mafiosa, evidenzierebbe, scrivono i giudici, l’operato criminale di Azzaro “come connotato da atteggiamenti di prevaricazione e dalla ferma volontà di intimidazione, propri di colui che riveste il ruolo di rilevanza in seno ad un’associazione mafiosa”. Coinvolto nelle operazioni di polizia “Big Fire” e “Set up”, a seguito delle quali riportava condanne a diversi anni di reclusione (tra l’altro per associazione mafiosa), nel 2004 era stato arrestato, unitamente ad altre 35 persone, nell’ambito dell’operazione denominata “Sybaris”. Il G.I.P. descrive Azzaro come “un soggetto che ha una posizione ambigua in quanto appare coinvolto tanto nell’organizzazione coriglianese, con ogni probabilità in virtù della sua appartenenza territoriale che in quella cassanese. Emergono infatti dei dati precisi che consentono di affermare la sua compromissione con la cosca cassanese”. Nel provvedimento si fa riferimento in particolare alla quotidiana frequentazione con soggetti della cosca di Cassano come Francesco Abbruzzese, ritenuto il capo dell’organizzazione”. Nello specifico, i beni colpiti dalla misura sono rappresentati da un compendio aziendale di ditta individuale; diversi rapporti bancari e postali; 6 automezzi; 5 terreni; 4 fabbricati.