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rassegna stampa calabrese
Fonte: Il Crotonese
Data: 22/10/2009
Autore: Francesco Pedace
Provincia: Crotone
Comune: Crotone
Argomento: Cronaca
Crotone: Bonifica, risarcimento record Syndial
Ammonta a 1.920 milioni di euro la richiesta del ministero dell’Ambiente per il risarcimento dei costi di bonifica e del danno ambientale. Una cifra da capogiro, su per giù la stessa che lo scorso anno il Tribunale di Torino ha intimato a Syndial di versare nelle casse dello Stato per i danni causati dallo stabilimento di Ddt di Pieve Vergonte (Piemonte) al lago Maggiore.
Neanche la calcolatrice è in grado di quantificarla in lire, se non facendo a meno degli ultimi tre zeri. Si tratta, comunque, di qualcosa come 3.700 miliardi della vecchia, e mai abbastanza rimpianta, moneta nazionale.
È ragionevole supporre che passeranno decine di anni prima che Crotone incameri un euro, salvo che lo Stato non abbia deciso di mettere in ginocchio (l’elenco delle richieste di risarcimento per danni ambientali a Syndial in tutta la Penisola è impressionante) il suo gioiello di famiglia: Eni.
La richiesta di risarcimento ha fatto capolino, per la prima volta, nella relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno 2009 del colosso petrolchimico, anche se è stata allegata agli atti del processo, in corso davanti al Tribunale di Milano, due anni fa.
“Nel febbraio 2007 – spiega la relazione ai soci – è stata depositata una perizia di parte commissionata dal ministero dell’Ambiente che stimava il valore del danno ambientale risarcibile in 1.920 milioni di euro, comprensivi dei costi di bonifica – esplosi a 1.620 milioni di euro rispetto agli originari 129 milioni di euro – e di stima di danno ambientale pari a circa 300 milioni di euro”.
Per capire questo guazzabuglio di cifre è necessario fare un passo indietro. Il Ministero, infatti, al momento della citazione in giudizio della società (febbraio 2006) aveva chiesto 129 milioni di euro per coprire i costi dell’intervento di bonifica dell’ex Pertusola Sud e delle aree circostanti, riservandosi di quantificare il danno ambientale nel corso del processo, cosa che ha fatto con il deposito della perizia chiedendo complessivamente 1.920 milioni di euro; perizia che punta soprattutto sulla copertura finanziaria della bonifica (aumentata da 129 a 1.620 milioni di euro) mentre per il danno ambientale ha chiesto solo 300 milioni di euro.
In realtà la cifra che Syndial potrebbe pagare sarebbe molto più elevata. Bisogna tener conto, infatti, che la Regione Calabria ha agito in giudizio prima del Ministero (ottobre 2004) e che successivamente questo procedimento è confluito in quello intentato dal Governo.
La Regione aveva quantificato in 129 milioni di euro i costi della bonifica ed in 800 quelli per la riparazione del danno ambientale, comprensivi del danno all’immagine del territorio ed all’aumento della spesa sanitaria regionale a seguito delle presunte patologie innescate dall’inquinamento.
Con l’entrata in scena del Ministero, essendo la bonifica di pertinenza dell’Ufficio del commissario che dipende dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, la richiesta per la copertura delle spese di bonifica (129 milioni di euro) è passata in capo allo Stato – che poi l’ha portata, come abbiamo visto, a 1.620 milioni di euro più altri 300 per il danno ambientale – mentre è rimasta in piedi quella per il risarcimento del danno ambientale alla Regione.
Totale? Lo spiega la relazione semestrale di Eni: “L’ammontare stimato nella perizia di parte [Ministero dell’Ambiente] sommato alla pretesa risarcitoria della Regione Calabria, porta al totale di 2.720 milioni di euro”. Per chi non l’avesse capito, stiamo parlando di qualcosa come 5.400 miliardi delle vecchie lire: una cifra enorme, spaventosa e per questo poco credibile.
Syndial, che pure teme le richieste di risarcimento danni, non si dà pena e nella relazione rassicura i suoi soci: “[Abbiamo] prodotto nel maggio e nel settembre 2007 relazioni tecniche di parte che, con motivate ragioni, contestano con vigore la perizia commissionata dal Ministero, sia sullo stato di contaminazione dei luoghi, sia sull’attribuibilità della contaminazione a Syndial, sia sui criteri adottati per il calcolo degli oneri di ripristino: erronei, arbitrari e contrari alle norme di buona tecnica”.
E pone nuovamente le sue condizioni per Crotone: “Al 31 dicembre 2007, il fondo per rischi e oneri ambientali del bilancio accoglie uno stanziamento di 104 milioni di euro a fronte dei prevedibili oneri dell’originario progetto di bonifica, non ritenendo la società di avere alcuna responsabilità per il danno ambientale, in considerazione del limitato periodo di gestione delle attività industriali e delle responsabilità assunte dal commissario delegato per non aver di fatto svolto alcuna attività nel periodo di gestione della bonifica.
Al fine di agevolare un’eventuale transazione sul danno ambientale – prosegue la relazione – nel 2007 Syndial ha ripreso in carico la gestione della bonifica e il 5 dicembre 2008 ha presentato un nuovo progetto di bonifica con un costo stimato di circa 300 milioni di euro.
L’approvazione del progetto di bonifica avrebbe certamente l’effetto di ridurre le pretese risarcitorie che sono in parte significativa costituite da stime di oneri di ripristino. A fronte del nuovo progetto di bonifica, nell’esercizio 2008 il fondo rischi ambientali è stato integrato di 150 milioni di euro per un totale di 254 milioni di euro.
Non si è ritenuto di stanziare l’intero onere stimato del progetto di bonifica (300 milioni di euro) – puntualizza la relazione – in considerazione della sua approvazione solo parziale”.