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rassegna stampa calabrese
Provincia: Reggio Calabria
Comune: Reggio Calabria
Argomento: Trasporti
Reggio Calabria: In 4 anni la Calabria ha perso 5.500 km/treno al giorno
Che le Ferrovie , una volta dello Stato ma in fondo anche adesso essendo l’unico azionista di riferimento, non amino la Calabria non è una novità. Ma in questi ultimi anni la tendenza si è ulteriormente accentuata determinando un tangibile decadimento della qualità del servizio rispetto al nord, a parità di costo di biglietto e spesso più elevato. Sull’argomento registriamo l’intervento della presidente della sezione di Reggio Calabria di Italia Nostra, Angela Martino, che lancia un allarme su una tendenza che coinvolge non solo il diritto alla mobilità dei cittadini calabresi e della provincia in particolare, ma anche dal punto di vista ambientale poiché l’abbanfdono del traffico ferroviario sia passeggeri che merci provoca uno spostamento del mercato sul gommato con tutti i problemi che un’autostrada come quella calalabrese e meridionale in genere presenta. “Non si può essere tacciati di eccessivo allarmismo se si prendono in considerazione i dati, veramente sconfortanti –afferma Angela Martino - Dal 2005 ad oggi, la Calabria ha perso circa 5.500 chilometri/treno al giorno: sono stati, infatti, soppressi numerosi treni passeggeri a lunga percorrenza: sulla linea tirrenica il Reggio Calabria -Torino e il Palermo - Roma; sulla linea ionica, poi, particolarmente penalizzata, sono aboliti il Reggio Calabria - Taranto, il Reggio Calabria - Milano, da Reggio a Catanzaro e viceversa, e durante la notte servizio è inesistente: il treno Reggio Calabria - Bari, in un primo momento soppresso, poi ripristinato per un breve periodo con partenza alle ore 8,00 da Reggio, quindi inutilizzabile dai pendolari che alle 8,00 devono stare sul posto di lavoro, oggi è come eliminato perché parte alle 23,40 e percorre, per arrivare a Bari, la via tirrenica. Nello scenario dell’immediato futuro (entro il 2011) si paventa, inoltre, l’eliminazione totale di tutti i collegamenti notturni per la Calabria e la Sicilia. Si potrebbe pensare che ciò si inquadri in un temporaneo ridimensionamento dovuto alla “Nuova articolazione organizzativa” in vista del potenziamento dell’Alta Velocità anche verso il Sud. Invece, annuncia Ferrovie dello Stato, l’Alta Velocità arriverà fino a Napoli. Infatti, è negata, al personale di Reggio Calabria, anche la possibilità di conseguire l’abilitazione all’Alta Velocità. E non basta: per rendere “improduttiva” la corsa Eurostar in partenza alle 7,00 da Reggio Calabria, la si sposta alle 7,20 con arrivo a Roma alle 12,30 e se ne aggiunge una in partenza da Lamezia Terme alle 6,37 con arrivo alle 10.30. Conseguenza: la corsa da Reggio arriva a Roma troppo tardi per chi deve utilizzare la mattinata ed, in più, viaggia vuota perché non utilizzata dai passeggeri da Lamezia in su: improduttiva, sarà da eliminare. Chi vorrà, partirà da Lamezia” Ma qual è la situazione per quanto riguarda le merci ? Angela Martino anche qui preferisce partire dai dati:”Molto più grave, è la situazione del trasporto merci su rotaia. Mentre fino a novembre 2006, sulle tratte Gioia Tauro - Bologna e Gioia Tauro-Bari si formavano 50 treni merci alla settimana, oggi, operative solo la Gioia Tauro-Bari e la nuova Gioia Tauro -Nola, se ne formano solo 14. Lo Scalo merci di Lamezia Terme è stato chiuso a giugno 2009, dopo quelli di Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone e Villa S. Giovanni. Quest’ultimo impianto, che raccoglieva e lavorava tutti i treni merci dal Continente per la Sicilia, dal 2000, ha visto ridursi il lavoro, deviato sulla Campania, del 40%. Molti operatori economici soffrono della situazione anche perché, oltre agli alti costi, lo spostamento sulla A3, nelle condizioni in cui essa versa, rallenta enormemente i tempi di percorrenza e disincentiva i rapporti commerciali. Anche il Porto di Gioia Tauro viene fortemente svalutato dall’assenza dell’infrastruttura ferroviaria al suo interno e da una offerta commerciale di Ferrovie dello Stato inadeguata.” Certo non si tratta di una politica iniziata oggi, ma cosa si può fare per ottenere un’inversione di tendenza che vada verso la compatibilità e la sostenibilità ambientale ed al tempo stesso venga incontro alle esigenze di sviluppo della Calabria e della provincia di Reggio in particolare? “Dovrebbe essere la forza della politica locale ad imporre attenzione e ad opporsi alla realizzazione di simili programmi - ribatte la presidente provinciale di Italia Nostra Angela Martino che conclude ricordando - L’intera società civile, unitamente a tutte le istituzioni pubbliche e private che si occupano del territorio, dovrebbe indignarsi e chiedere impegni puntuali e responsabilità forti alla classe dirigente. Compete, infatti, a chi amministra la cosa pubblica avere finalmente, un moto d’orgoglio e prender coscienza che per stimolare un processo di sviluppo economico sostenibile occorre assumersi l’onere di energiche azioni nella direzione del potenziamento delle infrastrutture a basso impatto ambientale, ma, se non altro, la determinazione nel manifestare posizioni irrinunciabili di opposizione all’annientamento di quelle esistenti”.