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rassegna stampa calabrese
Fonte: Giornale di Calabria
Data: 16/10/2009
Autore: Redazione
Giornale di Calabria
Catanzaro: Rifiuti tossici, si lavora alacremente
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Cronaca
Catanzaro: Rifiuti tossici, si lavora alacremente

“Martedì ho incontrato i funzionari del Ministero dell’Ambiente e i tecnici dell’Ispra. Mi hanno mostrato i piani di caratterizzazione della valle del fiume Oliva. La prossima settimana avremo il piano definitivo e si potrà cominciare a scavare, in tre o quattro punti diversi”. È il Procuratore di Paola, Bruno Giordano, a parlare, intervistato dall’AGI riguardo il presunto inquinamento da metalli pesanti dell’alveo del fiume Oliva, nei comuni di Serra d’Aiello e di Aiello Calabro, dove sarebbe stata riscontrata un’alta incidenza tumorale. Qui si sospetta che siano stati interrati fusti contenenti materiale tossico, secondo alcune tesi provenienti dalle stive della nave Jolly Rosso, arenatasi presso la foce del fiume nel dicembre del 1990. “Spero che in una quindicina di giorni riusciremo ad avere una campionatura sufficiente del territorio. E poi sapremo finalmente la verità. I tecnici consegneranno tre campioni dei prelievi fatti, uno per la Procura, uno per l’Arpacal e uno per il Ministero dell’Ambiente. Appena avremo i risultati, potremo pensare all’eventuale bonifica”, ha aggiunto Giordano. Intanto una nuova riunione operativa, nell’ambito delle indagini relative al ritrovamento di un relitto sospetto al largo di Cetraro, si è tenuta ieri, alla Procura della Repubblica di Catanzaro, tra il procuratore Vincenzo Lombardo, l’aggiunto Giuseppe Borrelli, titolare delle indagini, ed i vertici della Direzione marittima Calabria, nella persona del comandante Vincenzo De Luca, e di altri Uffici circondariali marittimi. Le indagini su quella che ormai è conosciuta come la presunta “nave dei veleni” proseguono a ritmo serrato e, anche per via delle rassicurazioni avute dal Ministero circa un proprio intervento che dovrebbe avvenire a giorni, già nella prossima settimana potrebbero arrivare le prime risposte certe sull’intera vicenda. Risposte che, per cominciare, si baseranno su rilievi video e fotografici i quali dovranno chiarire non solo l’esatta forma del materiale presente a bordo del relitto, ma anche se quest’ultimo possa ragionevolmente ritenersi quello della nave Cunsky, che secondo le iniziali ipotesi costruite dalla procura di Paola - prima che il fascicolo fosse trasmesso alla Dda per competenza - potrebbe essere stato affondato dalla ‘ndrangheta su commissione, con un carico di rifiuti radioattivi. Seguiranno comunque, le analisi sui campioni che la task force del Ministero dell’Ambiente recupererà. Nessuna ulteriore indagine, inoltre, è stata avviata per il momento, al di là delle segnalazioni che giungono da più parti in quella che, è l’augurio anche delle Istituzioni, si spera non diventi una psicosi senza concreti elementi a suo fondamento. Un monitoraggio il più possibile completo dei relitti sospetti presenti lungo le coste sarà infatti eseguito, nel prosieguo dell’attività di indagine. Per il momento, comunque, gli sforzi sono concentrati sulla vicenda che riguarda il mare di Cetraro, nell’ambito della quale non è escluso che, se sarà ritenuto necessario, si tenterà nuovamente di sentire il pentito Francesco Fonti - il quale, dopo essere stato lungamente affiliato alla malavita di San Luca, anni fa parlò di presunti affondamenti di navi dei veleni - che, convocato nei giorni scorsi a Roma dai magistrati della Dda di Catanzaro e Reggio Calabria, assente per motivi di lavoro il suo difensore Claudia Conidi, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.