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rassegna stampa calabrese
Fonte: Giornale di Calabria
Data: 08/10/2009
Autore: Redazione
Giornale di Calabria
Catanzaro: Il ministro Prestigiacomo, “Governo tempestivo”
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Politica
Catanzaro: Il ministro Prestigiacomo, “Governo tempestivo”

Una nave della Saipem, società del gruppo Eni “é partita da Cipro” per identificare la cosiddetta “nave dei veleni” a largo di Cetraro e il suo contenuto. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, al Question Time alla Camera. Il ministro ha quindi sottolineato che il “Governo è stato tempestivo” e che “mai in alcun momento è stato sottovalutato il problema”. È partita da Cipro, ha riferito quindi il ministro “una nave della Saipem del gruppo Eni che si è offerta gratuitamente di fare queste verifiche per capire se si tratta del mercantile Cunsky, nave utilizzata per il trasporto di rifiuti radioattivi dalla ‘ndrangheta e affidata nel 1992. Se sarà questa la nave e se ci saranno i fusti, disporremo il recupero dei barili e stiamo già verificando, a livello nazionale o internazionale, per assicurare che il recupero venga fatto in sicurezza”. Quindi la tempestività dell’intervento. “Immediatamente dopo la scoperta del relitto - ha detto Prestigiacomo - il ministero dell’Ambiente ha costituito una task force con rappresentanti del ministero, dei Carabinieri per la tutela dell’ambiente, dell’Ispra, della Guardia costiera e rappresentanti della Presidenza del Consiglio. La task force ha coordinato le attività in mare e in terra attraverso i mezzi della Capitaneria di Porto e dell’Ispra. Il 17 settembre si è recata direttamente in Calabria e con il procuratore di Paola si è concordata una comune strategia di intervento”. La Procura, ha proseguito il ministro, “per quanto attiene agli accertamenti sulla terraferma ha incaricato il ministero di individuare le diverse fonti di inquinamento nelle quattro aree ricadenti nei comuni di Aiello Calabro e di Serra d’Aiello di programmare e di effettuare interventi urgenti di messa in sicurezza e di fornire valutazioni di eventuali profili di danno ambientale”. “Il governo - ha concluso Prestigiacomo - è stato tempestivo e non possiamo inseguire notizie che vengono da gruppi assicurativi inglesi che fanno presente di aver avuto notizie di affondamenti di 30 navi. Se questa notizia sarà fondata valuteremo il da farsi insieme con la procura”. Tutto questo mentre la Commissione parlamentare antimafia ha fatto propria la mozione presentata dal senatore Antonio Gentile del Pdl (primo firmatario), dal senatore del Pd Luigi De Sena e dall’on. Angela Napoli (Pdl). L’odg chiede al Governo “di istituire, insieme alla Regione Calabria, un’unità di crisi per affrontare la gravissima vicenda delle navi arenate sul Tirreno, per le quali si parla di probabile presenza di rifiuti radioattivi: La proposta impegna la Commissione parlamentare antimafia a venire nei prossimi giorni in Calabria “per verificare la gravità della vicenda ed agire d’ausilio con le procure impegnate ad identificare i criminali che hanno organizzato questo vergognoso affare” “Riteniamo - ha detto Gentile - di avere conseguito un risultato brillante, coinvolgendo anche il vice presidente della Commissione antimafia, del Pd, in un’ottica di collaborazione nella lotta al malaffare mafioso ed alle cointeressenze che hanno agito da copertura”. “Approfitto dell’occasione per rivolgere una domanda al ministro, dato che l’avrei dovuto incontrare oggi, ma dubito che accada: che cosa vogliono fare delle altre navi di cui ha parlato il futuro pentito?”. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco, ai microfoni di CNRmedia. “Oltre a prendersi subito quella nave, cosa buona e giusta - ha aggiunto Greco - perché non intraprendono anche una campagna per l’individuazione delle altre imbarcazioni che sono state affondate? Per i calabresi ormai questa è una campagna di civiltà”. Intanto è fissato per oggi l’interrogatorio del pentito di ‘ndrangheta Francesco Fonti, che parlò dell’affondamento di alcune navi cariche di rifiuti altamente pericolosi, eseguito dalla malavita su commissione. L’uomo sarà ascoltato nell’ambito delle indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, e relative al ritrovamento della presunta “nave dei veleni”, individuata a largo di Cetraro, agli inizi del mese, grazie alle rivelazioni fatte da una fonte confidenziale agli inquirenti di Paola. Come aveva annunciato il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, mercoledì al termine di una riunione fra i rappresentanti di tutte le Procure interessate dal caso, Fonti, che è stato per lungo tempo legato alla criminalità organizzata di San Luca, sarà ascoltato dai magistrati della Dda di Catanzaro e di Reggio Calabria, che approfondiranno se ed in che misura l’uomo può contribuire all’indagine. L’attività della Procura di Catanzaro è finalizzata, come prima cosa, ad accertare se il relitto della nave ritrovata sia o meno quello della nave “Cunsky” che, secondo le ipotesi inizialmente costruite dalla Procura di Paola - che poi ha trasmesso il caso per competenza all’Ufficio del capoluogo calabrese -, sulla scorta delle dichiarazioni di una fonte confidenziale, potrebbe contenere una quantità di fusti che racchiudono scorie radioattive. È stata la misteriosa fonte, infatti, ad indicare, sia pur in maniera non del tutto precisa, la presenza del relitto a largo di Cetraro. E ciò, inspiegabilmente, a ben tre anni di distanza da quando, nel 2006, lo stesso Fonti parlò dell’affondamento di una nave carica di rifiuti tossici in quella zona, anche se le indagini che seguirono portarono al rinvenimento di un relitto che, però, non risultò quello temuto, ma uno del tutto innocuo. Per quanto riguarda il nuovo relitto ritrovato, molto distante da quello rinvenuto nel 2006, tutto è ancora da chiarire e, in particolare, si attende ora il recupero di un campione di materiale contenuto nella nave, che sarà analizzato per avere risposte certe sull’eventuale pericolo per la salute pubblica. Il recupero sarà effettuato da una task force del Ministero dell’Ambiente, che ha tra i suoi compiti anche quello di prelevare i campioni necessari dal relitto sospetto e dalla flora e fauna circostante. Poi la Procura di Catanzaro deciderà a chi affidare l’incarico di analizzare i campioni.