quiSpot:
rassegna stampa calabrese
Fonte: Il Crotonese
Data: 02/10/2009
Autore: Angela De Lorenzo
Provincia: Crotone
Comune: Crotone
Argomento: Spettacolo
C´è anche un crotonese nel cast di “Baarìa”
Nel cast di quel film che negli ultimi giorni sta registrando il pienone nei botteghini di tutto il Paese e anche oltreoceano, candidato addirittura come la migliore produzione italiana all’Oscar, c’è anche un crotonese. Stiamo parlando di ‘Baaria’ di Giuseppe Tornatore, nel quale l’attore Raffaele Gangale in più scene ha interpretato la parte del cattivo, quella di un capo della polizia fascista. Sì, solo in pochi probabilmente lo avranno riconosciuto, visto che manca da Crotone da ben 23 anni, ma era proprio lui: una delle guardie che fa portare via dal palco Francesco Salemme che ironizza sul duce, o che fa arrestare un venditore ambulante, con tanto di salsicce in mano, perché si prende gioco di uno squadrista.
In verità non è la prima volta che Gangale si ritrova ad indossare i panni del ‘crudele’, sarà per i suoi tratti somatici da vero calabrese: bruno, occhi scuri e profondi e lineamenti decisi... Gli era già capitato con ‘Gente di mare’, in ‘Brancaccia’ (il film dedicato a don Puglisi), in ‘Ris’, ‘Doppio agguato’, ‘Distretto di Polizia’, ‘La vita sottile’... e sarà ancora ‘cattivo’ in ‘Il falco e la colomba’, la fiction in costume ambientata nel Cinquecento, che andrà in onda fra pochi giorni su Canale 5 e nella quale lo vedremo lavorare in un’atmosfera fiabesca fatta di cavalli e spade. Lui stesso ha confessato: “mi chiedono sempre di fare il mafioso siciliano, sarà così anche in ‘Squadra antimafia 2’, per questo - dice, ironizzandoci un po’ su - nella mia carriera sarò morto sparato almeno 20 volte”. Tuttavia, anche l’attore lo riconosce: “i cattivi sono i personaggi più divertenti”.
Certo che, interpretare il cattivo in un film di Tornatore, tra l’altro candidato all’Oscar, deve essere stata un’esperienza più particolare delle altre, lo stesso Gangale, nonostante sia più un attore di teatro che di cinema, l’ha definita la “più importante della sua carriera”. E questo non solo per l’incontro con un grande regista, ma anche per l’esperienza “magica” vissuta durante le riprese in un Paese come la Tunisia. “Il film - ha infatti riconosciuto l’attore - è un ottimo lavoro, ma non rende le emozioni straordinarie provate da chi lo ha girato, forse è impossibile riuscirci”.
Lavorare con Tornatore, poi, è stato molto particolare: “è una persona esigente, precisa e forse esageratamente meticolosa, un uomo capace di grande generosità dentro e fuori dal set, ma solo quando le cose vanno bene, altrimenti, se non ottiene quello che vuole sul lavoro, sa essere duro e addirittura cattivo. Ho visto, ad esempio, tanti colleghi venire cacciati dal set anche in malo modo. Non ha mezze misure, insomma, ma forse anche questo concorre a farlo essere un grande, non si può negare che sia così, soprattutto a lavoro finito”.
E Gangale a questo grande del cinema si era accostato senza troppe pretese e il fatto che lo abbia scelto per ‘Baaria’ per lui è stata una bella sorpresa. “Prima - ha raccontato - avevo girato un video con un suo assistente e in seguito mi venne comunicato che voleva incontrarmi personalmente perché “gli piaceva la mia faccia” mi hanno detto. Così, mi ha invitato a casa sua, dove abbiamo chiacchierato per due lunghe ore, nelle quali mi disse, tra le altre cose, senza mezzi termini, che dovevo dimagrire, perché nel film serviva rappresentare la povertà. Mi manifestò la sua perplessità per il fatto che non fossi siciliano come tutti gli attori che aveva intenzione di scegliere e così propose un provino in bagherese. Proprio in quell’occasione, a sorpresa, ho constatato le affinità di quel dialetto con il nostro crotonese, probabilmente mi hanno aiutato... Quando abbiamo finito mi ha salutato con un arrivederci, io pensavo che era solo un modo diverso di dire il solito “le faremo sapere” o che ci saremmo rivisti per altri provini, lui invece mi ha risposto: “ma non hai capito? Ci vediamo direttamente per fare questo film in Tunisia”. Che sorpresa!”.
E quel lavoro, che Raffaele ha definito “meticoloso”, per girare ‘Baaria’ è durato circa un anno: “voleva una luce particolare - ha spiegato l’attore - tutto doveva essere perfetto: le salsicce, anche gli escrementi dei cani per Tornatore dovevano essere perfetti sulla scena... è capitato pure di impiegare un’intera settimana per girare una scena di soli 60 secondi”.
E se il dialetto crotonese a Gangale ha dato una mano per ottenere una parte nel film di Tornatore vuol dire che questa terra ancora la porta nel cuore. Da Crotone è partito, come tanti altri, a soli 18 anni per andare a studiare architettura a Roma. È lì che, per caso, ha incontrato la sua strada di attore seguendo un laboratorio teatrale che gli permise di conoscere Giorgio Albertazzi, il quale lo coinvolse in alcuni progetti. Da lì, poi, come racconta lui stesso, “si sono innescate delle reazioni a catena”, che hanno dato un seguito alla sua carriera. “Per me - ha riconosciuto con umiltà - è arrivato prima il lavoro e poi ho proseguito con la formazione”.
Tuttavia i primi segnali di una certa predisposizione per la recitazione Raffaele li aveva già colti a Crotone, “ero quello - racconta - che da bambino veniva coinvolto sempre nelle recite, piacevo agli altri sul palco, ma soprattutto mi divertivo. Una volta al liceo classico ‘Pitagora’, che è stata la mia scuola, insieme ai miei compagni di classe interpretai una commedia di Plauto per festeggiare il cinquantenario dell’istituto. Fu un successo, che per noi ragazzi rappresentò molto di più. Penso che per me quell’esperienza fu decisiva, forse è iniziato tutto da lì perché scoprii la mia passione, che poi a Roma mi portò ad iscrivermi a quel laboratorio di teatro che mi cambiò la vita”.
Eppure Raffaele riconosce di avere un rapporto particolare con la Calabria, quasi di amore e odio. “Amo molto la mia terra - ha detto con convinzione - e la porto dentro, soprattutto quando sono lontano, tanto è vero che come posso torno sempre, come ho fatto questa estate. Però, purtroppo, ogni volta sono assalito da un forte malessere perché la ritrovo sempre al punto in cui l’ho lasciata e questo mi fa male. Ho tanta stima - ha aggiunto - per chi continua a lavorare e a lottare ogni giorno per il Sud, io purtroppo, per forza di cose, per inseguire i miei sogni di attore, sono dovuto andare via e forse per questo provo un po’ di rammarico: la Calabria continua ad offrire poco ai giovani, soprattutto a chi vuole fare un mestiere come il mio, sebbene, soprattutto a livello teatrale, ci siano straordinari talenti e belle realtà”.
In ogni caso per Raffaele Gangale è sempre un piacere, quando si presenta l’occasione, lavorare al Sud e interpretare personaggi meridionali: “questa estate con il Magna Grecia teatro sono stato in Calabria - ha raccontato - ed è stato un vero piacere, ma è capitato anche altre volte. Quando ottenni una parte in ‘Gente di mare’, girato in Calabria - ha detto sorridendo - ero eccitato pensando che finalmente potevo essere calabrese pure sul set, invece mi dissero che dovevo essere un algerino, ma fu comunque piacevole”.
E cosa c’è ora tra i sogni di Raffaele? “Mah - ha risposto ironico - almeno per una volta, anche solo per provare, vorrei interpretare sulla scena la parte del ‘buono’ e, perché no? girare una scena d’amore”.