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rassegna stampa calabrese
Fonte: Il Crotonese
Data: 23/09/2009
Autore: E.Gen.
Il Crotonese
Crotone: Abramo, a rischio oltre seicento posti
Provincia: Crotone
Comune: Crucoli
Argomento: Lavoro
Crotone: Abramo, a rischio oltre seicento posti

Al termine di un decennio di continua crescita, in cui è diventata la più grande azienda del territorio e una delle più grandi della Calabria, almeno per numero di occupati, dopo l’apertura delle sedi di Catanzaro e Montalto Uffugo (Cosenza), la Abramo CustomerCare potrebbe conoscere i primi licenziamenti prima della fine dell’anno.
La società è l’erede diretta della Datel spa, nata nel 1998 per lenire la morsa occupazionale nella città capoluogo provata due anni prima dall’esondazione dell’Esaro, e della Telic Datel Voice srl costituita nel 2001; società ora integrate come unica unità di business nei contact center della controllante Abramo Holding spa. Vista la dimensione dell’azienda - 1.400 postazioni-operatore distribuiti nelle tre sedi - anche i numeri dei posti di lavoro a rischio sono notevoli: circa 1.100 lavoratori (sia part-time che full-time) tra quelli ex Telic stabilizzati da due anni a questa parte per effetto della direttiva Damiano. E di questi 600-650 a Crotone. L’allarme è stato lanciato dai sindacati della categoria telecomunicazioni in cui ricadono i lavoratori degli operatori del mercato dei contact center. Le segreterie regionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl-Tlc, dopo aver incontrato i vertici della stessa azienda, hanno chiesto un incontro urgente con il ministero del Lavoro ed i committenti dell’Abramo, “per affrontare le tematiche inerenti il mondo dei contact center in Calabria”.
L’ipotesi dei licenziamenti è legata, infatti, al mancato rinnovo e/o alla revoca di tre diversi contratti in scadenza a fine anno, rispettivamente con Tim-Telecom Italia, H3G ed Enel, sempreché l’azienda non riuscirà a compensare l’eventuale perdita dei servizi con l’acquisizione di nuove commesse.
Si tratta, in particolare, del servizio di recupero della clientela che ha manifestato la volontà di cambiare gestore mantenendo lo stesso numero di telefono cellulare - il cosiddetto Mnp (mobile number portability) - che Abramo CustomerCare effettua per conto di Tim-Telecom Italia. A spingere il più grande operatore mobile (e storico cliente dell’azienda crotonese) a manifestare l’intenzione di cessare il servizio è stata la recente sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce in soli tre giorni il tempo garantito entro il quale evadere la richieta di cambio gestore da parte dell’utente. Per effetto della sentenza, che comunque gli operatori mobili stanno valutando come contrastare, i gestori di telefonia cellulare sono impossibilitati a far contattare dai call center i clienti che chiedono la portabilità del numero, con controfferte molto vantaggiose per gli stessi consumatori. A questo servizio finora hanno lavorato circa 400 operatori di Abramo (250 a Crotone e 150 a Catanzaro).
Alle altre due commesse incerte con H3G ed Enel lavorano attualmente circa 600-700 lavoratori (400 nella sede di Crotone e il resto a Catanzaro). L’incertezza, questa volta, nasce dalla concorrenza tra contact center. “In merito alla commessa H3G - scrivono infatti i sindacati in una nota stampa - al tavolo (con l’azienda, ndr) è emersa la circostanza che questa potrebbe essere affidata ad altro outsourcer (operatore esterno, ndr) che garantirebbe una percentuale di sconto elevata, tale da non consentire di retribuire regolarmente i lavoratori, in quanto i minimi tabellari previsti dal contratto delle Tlc sono di gran lunga più alti rispetto agli introiti previsti nell’offerta”. Inoltre, “Slc, Fistel, Uilcom e Ugl Tlc esprimono grande preoccupazione che tale offerta possa essere stata realizzata utilizzando impropriamente fondi comunitari o regionali adoperati per abbattere il costo del lavoro anziché per consolidare l’azienda favorendo così il dumping a discapito di aziende sane”.