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rassegna stampa calabrese
Fonte: Corriere della Sera
Data: 30/06/2009
Autore: Margherita De Bac
Corriere della Sera
Catanzaro: Molise, Campania e Calabria a rischio commissariamento
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Sanità
Catanzaro: Molise, Campania e Calabria a rischio commissariamento

Stretta finale per le Regioni indebitate fino al collo, soggette ai piani di rientro, la procedura che le obbliga a vara­re manovre economiche e strut­turali per sanare bilanci disa­strosi. L’ombra del commissa­riamento si allunga su Molise e Campania (la decisione del Go­verno è attesa entro l’estate). E all’elenco delle prossime candi­date al regime di amministra­zione controllata dallo Stato si è aggiunta la Calabria. Nel de­creto anticrisi, articolo 22, inte­ramente dedicato alla sanità, è contenuta una norma speciale per la Regione del presidente Agazio Loiero.

Entro il 31 luglio dovrà pre­sentare il suo programma ta­glia deficit. E se la documenta­zione non verrà ritenuta con­vincente da un tavolo di tecnici appositamente nominati, scat­terà il commissariamento per i prossimi tre anni.

Salvataggio che sembra impossibile per una realtà dove i debiti pregres­si sono di circa 2 miliardi, disa­strata dal punto di vista della contabilità. Tutta da reinventa­re. Ben nota per i suoi ospedali, piccoli e insicuri. Basti pensare alla piana di Gioia Tauro, cin­que nosocomi, di cui tre con meno di 20 posti letto e sguarni­ti di pronto soccorso.

«La Calabria è in un grave emergenza. Abbiamo dovuto fa­re una richiesta forte con que­sto decreto», mantiene la linea dura il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, molto critico. «E’ una situazione atipica. E’ co­me viaggiare contromano in au­tostrada. Spendono moltissimo per dare poco ai cittadini, si ba­sano su un modello sbagliato, incentrato su tanti e piccoli ospedali anziché sul territorio».

Il provvedimento del gover­no offrirà l’appiglio per com­missariare che ancora manca­va. E’ stato accolto malissimo da Loiero: «Una legge ad hoc contro di noi fa saltare le regole della democrazia, ci opporre­mo in tutte le sedi. C’è la volon­tà di tenerci in ostaggio. La deci­sione unilaterale mette in di­scussione l’equilibrio istituzio­nale.

In una regione a cui non si dà niente, anzi le si sottrae quel poco che ha da investire in ope­re strutturali essenziali per lo sviluppo, si finisce per assecon­dare le ambizioni frustrate di tanti ascari che chiedono al mi­nistro del Welfare Sacconi di avere un po’ di spazio, quello che non riescono a ottenere dal­le urne».

Sono sei le Regioni in rosso. Lazio e Abruzzo sono già sotto commissariamento. Sicilia, Mo­lise e Campania sono in attesa di giudizio e anche il loro desti­no dovrebbe essere definito en­tro o subito dopo l’estate. Appa­re particolarmente delicata la si­tuazione di Molise e Campania.

Tra l’altro il decreto ha proroga­to di un triennio i piani di rien­tro, operazione avviata dal cen­trosinistra, che avrebbe dovuto concludersi nel 2009. Un trien­nio non è bastato per sistemare i conti.

Un dato è certo. Si configura un futuro caldissimo per la sani­tà. Entro il 31 luglio, secondo le nuove norme, dovrà essere defi­nito il Patto per la Salute dei prossimi tre anni, cioè l’intesa con cui governo e Regioni si im­pegnano a raggiungere certi obiettivi. I presidenti avevano chiesto più soldi (7 miliardi) e invece ingoiano altri tagli.

A co­minciare da quello sulla farma­ceutica. Il tetto di spesa per l’as­sistenza territoriale (le medici­ne vendute in farmacia, per in­tenderci) infatti è stato ulterior­mente abbassato: 800 milioni di euro a decorrere dal 2010. Nell’ultimo comma dell’arti­colo 22 si parla di riduzioni del finanziamento al Servizio sani­tario nazionale per gli anni 2010-2012.

Al posto delle cifre ci sono per il momento puntini di sospensione che non promet­tono nulla di buono. Le Regioni virtuose come Lombardia, Emi­lia Romagna e Toscana, dove la virtù corrisponde alla chiusura dei piccoli ospedali, al potenzia­mento dei servizi sul territorio e ad una forte politica anti-spre­chi, non l’hanno presa bene.

«Ancora una volta si toglie ai ricchi che hanno lavorato bene per dare agli spreconi dell’altra metà di Italia», è il lamento dif­fuso. Conti a posto in Liguria, altra Regione in rosso, peraltro non soggetta a piani di rientro: «Mancano solo due verifiche tecniche», ha detto il vicemini­stro del Welfare, Ferruccio Fa­zio».

Tagli di posti letto, rispar­mi sui farmaci e sul personale secondo il presidente Burlando «non hanno mortificato i servi­zi che anzi sono aumentati».