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rassegna stampa calabrese
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Cronaca
Catanzaro: Scacco matto al boss della ’ndrangheta. In manette Vincenzo Falzetta.
Avrebbe costruito un impero a Milano: appartamenti, negozi, discoteche, bar, pizzerie e ristoranti. Dalle indagini risulta che controllasse anche cantieri edili e scavi. «Con una miriade di subappalti a Milano e nell’hinterland - confida un investigatore -. Più il traffico di armi (anche da guerra); più la droga, fiumi di cocaina ed ecstasy, spacciata nei locali notturni. Un business milionario».
Con un blitz all’alba di lunedì nella sua villa di Bollate gli uomini del Gico della Finanza, hanno arrestato per associazione mafiosa Vincenzo «O banana» Falzetta, 47 anni.
Per gli inquirenti sarebbe il manager della cosca dei Coco Trovato, i referenti in Lombardia di numerose famiglie della ’ndrangheta. E, per lo stesso reato, con lui sono finiti nella rete della squadra mobile di Lecco anche i trentenni Emiliano e Giacomo Trovato, figlio e nipote del superboss Franco, e altri 17 affiliati, tutti appartenenti alla nuova generazione dei clan. Falzetta, ex vicesindaco di Marcedusa, Comune in provincia di Catanzaro che anni fa è stato commissariato per infiltrazione mafiosa, doveva essere in carcere.
Ma «inspiegabilmente» — dicono gli investigatori — era libero, nonostante una condanna a 12 anni e 6 mesi inflitta dai giudici lo scorso 19 marzo a conclusione dell’inchiesta ‘Oversize’, per i reati di riciclaggio, estorsione, usura e droga.
«O banana», però, «non solo avrebbe controllato gli affari con tanti zeri della cosca - rivelano dalla Questura di Lecco - , ma doveva anche occuparsi del mantenimento delle famiglie dei detenuti».
A cominciare da quella del capo bastone Rodolfo Bubba, («O Vangelo »), 73 anni, in carcere a Monza, «figura di vertice di questo nuovo troncone di inchiesta della ’ndrangheta nel triangolo Lecco-Como-Milano ». Bubba, il braccio destro di Franco Trovato, è «il custode delle regole della ’società’ — si legge nell’ordinanza —, il paciere nelle controversie tra le famiglie, il cerimoniere dei battesimi dei nuovi affiliati».
Falzetta avrebbe invece delegato a Giuseppe Pepè Elia, 59 anni, il compito di organizzare la fuga dei latitanti. Da un’intercettazione telefonica i detective della Mobile hanno scoperto che Elia nella sua casa di Calolziocorte, il feudo lecchese dei Coco Trovato, dietro il camino aveva ricavato un bunker.
«Ci sta benissimo un letto — riferisce Elia nella telefonata ad Angelo Sirianni, altro uomo di spicco del clan —. Di giorno esci, se poi arriva qualcuno ti infili là e non ti trova nessuno». Falzetta, dopo la scarcerazione di marzo, faceva di continuo la spola con la Calabria. Secondo gli inquirenti stava architettando con le cosche dei De Stefano e Tegano di Reggio Calabria, gli Arena di Isola Capo Rizzuto, tutte alleate dei Coco Trovato, nuovi affari milionari a Milano e in Lombardia.