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rassegna stampa calabrese
Fonte: Calcio Calabria
Data: 18/05/2009
Autore: Antonella Scalzi
Calcio Calabria
Tre medici del Pugliese di Catanzaro assolti dall’accusa di omicidio colposo
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Cronaca
Tre medici del Pugliese di Catanzaro assolti dall’accusa di omicidio colposo

Non si tratta di un caso di omicidio colposo. Questo il verdetto dei giudici della Corte di Cassazione che si sono pronunciati sulla morte di Giovanni Barberio, i cui familiari erano convinti che la morte del proprio congiunto fosse stata causata da tre operatori sanitari. Giovanni Barberio era solo un ragazzo e morì per embolia dopo essere stato dimesso dall’ospedale “Pugliese” di Catanzaro.

«Per la mancata prescrizione di anticoagulanti da parte dei medici che lo avevano avuto in cura», aveva sostenuto la Procura nel 1998, dando così il via ad un procedimento penale a carico dei medici Claudio Ceccotti, primario di neurochirurgia, Cesare Migliaccio, neurochirurgo, ed Emilio Trapani, ortopedico.

Tre imputati che, su di loro, hanno visto trascorrere ben quattro gradi di giudizio nonostante la prima assoluzione ad opera del Giudice per le udienze preliminari. A quella sentenza, la parte civile si oppose, fece ricorso in appello ed ottenne il rinvio a giudizio dei tre medici. Il 10 giugno del 2006, però, a scagionarli fu anche il Tribunale questa volta con formula “perché il fatto non sussiste”.

Insomma, un’assoluzione dopo l’altra ma la parte civile ha scelto di andare avanti fino all’ultimo grado. Alla fine, e questa volta definitivamente, però, i legali della difesa Sergio Campise, Antonio Marino, Nunzio Raimondi e Antonio Rania hanno incassato la vittoria della verità.

La Corte di Cassazione, dopo una lunga camera di consiglio, ha confermato definitivamente la sentenza di assoluzione. E al termine dell´udienza l’avvocato Raimondi, difensore del dottore Claudio Ceccotti, ha dichiarato: «Ha termine una vicenda semplice, complicata solo dalla tenacia indeformabile della parte civile prima e della Procura Generale di Catanzaro poi. Ma poiché la verità non può cambiare i suoi connotati anche per effetto delle più autorevoli intercessioni, eccoci al quarto ed ultimo verdetto assolutorio. Quanto assicura oramai, semmai ve ne fosse ulteriore bisogno, con la forza del giudicato, che il primario Ceccotti, è persona irreprensibile sul piano personale e professionale. Di questa altissima competenza noi calabresi dobbiamo dunque andar fieri, per quanto oramai è stato definitivamente asseverato oggi anche in sede giudiziari».

 

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