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rassegna stampa calabrese
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Cronaca
Il Tribunale del riesame di Catanzaro respinge i ricorsi, confermato il sequestro delle lauree
Il tribunale del riesame di Catanzaro ha respinto i ricorsi presentati da alcuni laureati in Giurisprudenza presso l’Ateneo Magna Graecia del capoluogo calabrese, contro il provvedimento di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica nell’ambito dell’inchiesta su presunti casi di esami “venduti” in cui, a vario titolo, compaiono le accuse di corruzione, falso ideologico e materiale del pubblico ufficiale in atto pubblico, falso per indurre in errore l’Ateneo, soppressione e distruzione di atti, esercizio abusivo della professione. Quindici le persone che avevano fatto istanza al collegio del riesame ma, in un caso, la difesa ha preferito non discutere il ricorso. Restano dunque sotto sequestro quattordici lauree “incriminate”, che fanno capo a indagati raggiunti da avviso di garanzia nell’ultima tranche dell’inchiesta, il cui primo filone venne alla ribalta nel novembre del 2007, travolgendo prima la facolta’ di Scienze economiche aziendali e, solo in seguito quella di Legge, facenti capo entrambe all’unica segreteria didattica di cui era responsabile il 50enne Francesco Marcello, principale accusato, finito in manette il 13 novembre di quell’anno. Il caso attinente al corso di Economia si concluse con tre patteggiamenti ed una condanna ma, intanto, l’inchiesta prosegui’, allargandosi fino a ricomprendere il corso di Giurisprudenza. Il “secondo capitolo” dell’inchiesta risale all’estate scorsa, quando altre 16 persone vennero raggiunte da avviso di garanzia (un diciassettesimo avviso era per il solito Marcello), e due lauree vennero sequestrate.
A fine marzo, da ultimo, i pm titolari, Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, hanno emesso altre 52 informazioni di garanzia (ed anche in questo caso un cinquantatreesimo avviso e’ per Marcello), sequestrando ancora molte altre lauree in Legge a Catanzaro. Fra gli indagati molti sono avvocati iscritti ai vari Ordini calabresi (due a quello di Catanzaro), ma anche a qualcuno del nord Italia; 25 sono praticanti, sempre iscritti in vari Ordini; e 13 non risultano iscritti ad alcun Ordine forense e, dunque, presumibilmente svolgono professioni in diverso campo.