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rassegna stampa calabrese
Provincia: Reggio Calabria
Comune: Reggio Calabria
Argomento: Politica
Dossier sui prepensionamenti d´oro alla Regione
Costo del personale, la Calabria a confronto con le altre regioni italiane
Snellimento degli apparati burocratici o ricambio generazionale? Cosa c'è dietro l'esodo dorato di 529 fra funzionari e dirigenti della Regione Calabria? La domanda è tutt'altro che oziosa. Perché un elemento di razionalità nell'affaire dei prepensionamenti pagati a peso d'oro va pure trovato. Per non morire dell'ennesimo scandalo. E se c'è coerenza tra tale operazione e gli obiettivi che la sottendono, la troveremo. Costi quel che costi…
LEX, DURA LEX, SED LEX
Nella precedente legislatura, il Consiglio regionale della Calabria a maggioranza di centro-destra approva una legge (L.R. n. 8 del 2005) che prevede forti incentivi al personale per andare in pensione anticipatamente. Ai dirigenti regionali con un contratto a tempo indeterminato da almeno due anni, la legge propone una somma pari ad otto mensilità moltiplicati per gli anni che mancano al compimento dei 65 anni, fino ad un massimo di sei. A quelli non in possesso dei requisiti per andare in pensione riconosce, invece, quattro mensilità per ogni anno mancante fino all'età pensionabile. Estende, poi, tali disposizioni a tutti i dipendenti che abbiano i predetti requisiti, i quali percepiranno un'indennità pari all'ultima retribuzione lorda mensile. Ne hanno approfittato 529 fra dipendenti e dirigenti. La metà rispetto alle previsioni. Tanto da far dire a qualcuno, come Vincenzo Crispino (delegato Cisl dei dipendenti regionali e membro delle Rsu), che la legge "gratta gratta, in fondo, non era del tutto conveniente".
I successivi atti con cui l'attuale Giunta regionale ha limitato le voci per il calcolo dell'incentivo hanno di certo agito come deterrente. Ma per 32 dirigenti la convenienza - "gratta gratta" - c'è stata, eccome. A loro, l'abbandono del "tetto regionale" ha fruttato fra i 100.000 e i 570.000 euro! Ma perché l'attuale maggioranza di centro-sinistra non ha revocato la legge? Quando il nuovo Consiglio si è insediato, il provvedimento aveva già prodotto i suoi effetti ed i beneficiari avevano già acquisito i relativi diritti. La legge ha delle ragioni che la politica può non comprendere.
LE RAGIONI DELLA LEGGE
Tali iniziative, a voler tacere delle alchimie burocratiche - denunciate dalla stampa locale (vedi inchiesta di A. Mollo su Il Quotidiano del 19/04/07) - per far rientrare nell'incentivo persone in difetto dei requisiti, non sono né buone né cattive. Tutto dipende dalla loro coerenza rispetto all'obiettivo che si voleva raggiungere. Il prepensionamento dei dipendenti pubblici è una strategia che si persegue sostanzialmente per due (buone) ragioni: favorire lo snellimento degli organici con conseguente riduzione delle spese di personale. Oppure favorire l'ingresso di nuove - e spesso più qualificate - leve in un'ottica d'innovazione della Pubblica Amministrazione. Ed è naturale che questa operazione, per avere successo, debba essere in entrambi i casi adeguatamente incentivata. Senza esagerare, però!
La legge in questione ha l'obiettivo dichiarato di ridurre il personale. Ma se, mentre si favorisce l'esodo, la Regione si appresta ad assumere 45 nuovi dirigenti, riesumando un concorso della passata legislatura, la coerenza svanisce. Anche in questo caso - spiega il Presidente della Regione, Agazio Loiero, su Gazzetta del Sud del 21/04/07 - l'attuale Giunta regionale non poteva farci nulla: il concorso consegue ad uno interno indetto nel 2004 e costituisce un obbligo di legge (ai sensi del D.Lgs. n. 29/1993, ora 165/2001 e della L.R. n. 7/94). Tuttavia, i 45 nuovi assunti occupe