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rassegna stampa calabrese
Fonte: My-catanzaro
Data: 17/07/2006
Autore: Redazione
My-catanzaro
San Vitaliano, la speranza il tema dell'omelia di Cantisani
Provincia: Catanzaro
Comune: Catanzaro
Argomento: Religione
San Vitaliano, la speranza il tema dell'omelia di Cantisani

La speranza al centro della riflessione di mons. Antonio Ciliberti, nell'omelia pronunciata ieri in occasione della festa di di San Vitaliano, patrono della Città e della Diocesi. La messa in Duomo e, successivamente, la processione della statua del Santo sono state seguite da migliaia di fedeli, a dispetto della stagione estiva ormai inoltrata e del percorso accidentato che il corteo ha dovuto seguire per via degli infiniti lavori di restyling in centro. Non sono mancati, nell'omelia dell'arcivescovo, accenni ai nostri difficili tempi. «Quello contemporaneo – ha detto – è un mondo senza speranza, perché si allontana da Dio. Dio non è una minaccia per l'uomo, è invece la garanzia della sua piena realizzazione, è il custode della sua alta dignità. L'uomo, privandosi della presenza di Dio, ha ripiegato su stesso, ha concentrato ogni sforzo nell'immanenza, ha rinunciato di fatto a ricercare fuori di sé e al di là del creato». «Un'umanità che vuole farsi senza Dio – ha aggiunto mons. Ciliberti – inevitabilmente si fa contro l'uomo. In questo mondo senza Dio e privo di speranza, l'uomo si nutre di illusioni che leniscono momentaneamente la sofferenza. In altre parole, questo mondo privo di vera speranza, deve allo stesso tempo "creare" speranze illusorie, che hanno il difetto di essere elaborate dall'uomo e quindi di trovare dei limiti assoluti nella condizione dell'umana fragilità. Oggi il mondo non vede Dio agire perché manca spesso l'agire del cristiano. Gesù Cristo, dunque, è la nostra speranza! Egli è la speranza dell'uomo perché ha provato le situazioni di disperazione, le tribolazioni, il dolore, il tradimento, la morte; ed è la speranza dell'uomo perché da queste situazioni è risorto». «Una speranza certa – ha ricordato il presule – esige una fede salda, la qual nasce, allorquando abbandonata la pretesa di poter fare tutto senza Dio, ci apriamo alla sua grazia e accogliamo la sua Parola che è luce sul nostro cammino e lampada per i nostri passi. Per far germogliare la speranza nel cuore dell'uomo bisogna prima far nascere la fede in Cristo. Pertanto è urgente ripartire dall'annunzio del Vangelo, dalla formazione religiosa mediante la catechesi. Per riuscire in tutto ciò, bisogna che si percorra un'unica via, quella della formazione permanente». «In fondo – ha continuato l'arcivescovo – oggi tutti chiedono speranza. La chiedono i giovani, i lavoratori, le donne, le famiglie. Tutti chiedono la speranza di un lavoro stabile e ben remunerato, la speranza di una vita più serena, speranza di poter realizzare in pienezza la propria vita. Speranza domanda anche la nostra gente che desidera essere governata da una classe dirigente capace di affrontare la sua missione con perizia politica e con competenza professionale, sempre tesa alla ricerca del bene più grande per la collettività. I principi della carità potrebbero aiutare quanti governano la cosa pubblica, in Città e in Regione, a percorrere quella via etica che si fonda sulla legge naturale e che ha al centro la persona umana, e che consente di ricreare, specie dopo la tormentata e dura campagna elettorale, un clima di pace, di unità, di dialogo sincero e costruttivo, elementi necessari per la crescita sociale, culturale, economica del nostro territorio e soprattutto per la crescita nel sano ed etico benessere della nostra gente. È ovvio che accanto alla classe dirigente, ci deve essere anche una cittadinanza attiva e partecipativa, che non viva passivamente la costruzione della città terrena, ma che cooperi in maniera matura e con spirito di abnegazione alla sua crescita sociale». «Un'ultima parola di speranza – ha concludo mons. Ciliberti – mi sia consentito rivolgerla a quanti in questi giorni stanno soffrendo il dramma dell'alluvione, che la scorsa settimana si è abbattuto sul vibonese, provocando danni a cose e a persone. Esprimo, a nome di tutta la chiesa di Catanzaro-Squillace, piena solidari